Bologna, 26 maggio 2013 - Arrivano i risultati del referendum consultivo sui finanziamenti comunali alle scuole paritarie dell’infanzia a Bologna: con 199 sezioni scrutinate su 199, l'opzione A è al 59% (pari a 50.517 voti) la B al 41% (35.160).

Per il referendum hanno votato 85.934 elettori pari al 28.71 per cento degli aventi diritto: una "buonissima partecipazione", secondo il comitato promotore Articolo 33.

 

I PROMOTORI 

"La scuola pubblica ha vinto il referendum" di Bologna sui finanziamenti comunali alle private e l'amministrazione comunale "dovra' tenerne conto". E' il commento ufficiale del comitato Articolo 33, letto a due voci dalla portavoce Francesca De Benedetti e da Maurizio Cecconi nella "base" dei referendari in via dello Scalo, mentre impazzano i festeggiamenti.

La scuola pubblica e’ in vantaggio... Mi commuove che i bolognesi le abbiano donato tanta dignita’ oggi”. Questo il commento su Facebook della capogruppo Sel in Comune a Bologna Caty La Torre, quando sono state scrutinate 100 sezioni su 199 per il referendum sulle scuole paritarie

“Il dato- dice invece dai microfoni di Radio Fujiko Luigi Marinelli di Usb- e’ la spaccatura a favore dell’opzione della scuola pubblica. Adesso bisognera’ ricucire. Se i dati vengono confermati, come mi auguro, bisognera’ aprire un percorso per ricostruire una cultura del conflitto, dell’opposizione

 

IL PD: "BASSA PARTECIPAZIONE"

“Mi sembra che abbia votato poca gente, e’ stato il referendum con con la piu’ bassa affluenza nella storia di Bologna”. Cosi’ la responsabile Scuola nazionale del Pd, Francesca Puglisi, dai microfoni di Radio Fujiko. "La bassa partecipazione e’ l’indice di una formulazione del quesito referendario del tutto inadeguato per una discussione utile sulla scuola”.
L’opzione B, sottolinea la parlamentare bolognese, “ha cercato di fare informazione per spiegare qual e’ la responsabilita’ del Comune in un sistema integrato nella scuola dell’infanzia. Spero davvero che da domani mattina lavoriamo tutti insieme per trovare una soluzione a quei 103 bambini che oggi vedono il loro diritto leso, e non per colpa del Comune, ma per colpa dei tagli”.