Bologna, 17 settembre 2013 - Presto sui moduli del Comune di Bologna non ci sara’ piu’ alcun riferimento a “padre” e “madre”. Ma Palazzo D’Accursio non adottera’ nemmeno la distinzione tra “genitore 1” e “genitore 2”, che ha infiammato il dibattito nelle ultime settimane.

Anzi, come assicura l’assessore comunale all’Istruzione Marilena Pillati, esponente Pd, quella soluzione non e’ mai stata presa nemmeno lontanamente in considerazione. “Non abbiamo mai pensato di inserire ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’ o altri termini che possano stabilire una gerarchia tra i genitori, ponendoci al di fuori di quanto prevede l’ordinamento italiano sulle responsabilita’ dei genitori. Non ci e’ mai prevenuta una richiesta in tal senso ne’ la cosa e’ mai stata presa in considerazione”. Cio’ che il Comune fara’ sara’ uniformare la modulistica dei servizi per l’infanzia alle diciture “genitore richiedente” e “altro genitore”.
 

L’assessore, parlando con la ‘Dire’, ha voluto fare chiarezza sul dibattito divampato anche sotto le Due torri dopo i suggerimenti del ministro all’Integrazione Cecile Kyenge per rendere meno discriminatoria la modulistica che riguarda i servizi all’infanzia. “La premessa- spiega Pillati- e’ che i moduli per la richiesta di qualsiasi servizio educativo e scolastico contengono gia’ la parola ‘genitore’, visto che formalmente a fare richiesta dei servizi e’ un solo genitore”, che puo’ essere indifferentemente il padre o la madre. Dunque i moduli di Palazzo D’Accursio parlano di “genitore richiedente” e dell’eventuale “altro genitore”, che non intrattiene direttamente il rapporto con l’amministrazione comunale ma che e’ comunque tenuto a fornire una serie di dati, ad esempio sul reddito. “L’unico riferimento a ‘padre’ e ‘madre’ e’ presente nella parte della modulistica dove si parla della condizione lavorativa- spiega ancora Pillati- E’ qui che per un fatto di coerenza interna ai moduli stiamo valutando di sostituire i termini distinguendo sempre tra il genitore che ha fatto richiesta e l’altro genitore, ovviamente se c’e’”.

Addio dunque all’unico riferimento al sesso dei genitori (“padre” e “madre”) che ancora compare nella modulistica comunale. “Per noi il tema- sottolinea l’assessore- e’ molto circoscritto”.

(Fonte Dire)