Bologna, 19 aprile 2014 - CON SORPRESA ho visto, in tv, la pubblicità dei Mondiali di calcio che si svolgeranno in Brasile. L’immagine della statua del Cristo, con la maglietta azzurra numero 10, mi ha lasciato perplesso e disgustato. Premetto che non sono certamente un bigotto, ma credo ormai si stia superando ogni limite!

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Risponde Massimo Gagliardi, vicedirettore il Resto del Carlino

SE IMMAGINASSI un partita a pallone in Paradiso tra Santi e Angeli (e magari Gesù a far da Arbitro) sarei blasfemo? Sì, forse lo sarei. E poi, dire certe cose proprio in questi giorni...Gesù sulla croce, la Via Crucis, la Pasqua di Resurrezione. Cose serissime. Eppure penso (e sbaglierò, caro lettore) che la fede sia, debba, essere gioia. Il regalo più grande che ci ha fatto Gesù è la libertà. La libertà di credere, in primis. Ma anche la libertà di ridere. Mi viene in mente «Il Nome della Rosa» di Umberto Eco quando padre Jorge dice: «Il riso è un vento diabolico» e muore ingoiando la Commedia di Aristotele perché faceva ridere. Ecco, il Cristo di Rio con la maglia azzurra mi ha fatto sorridere. Mi fa piacere l’idea che almeno lui tifi con e per questa nostra Italia.
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