Elezioni 2018, Matteo Renzi a Bologna. "Cento passi avanti per l'Italia"

Il segretario Pd all'Opificio Golinelli per presentare il programma del partito. "Questo luogo sa di futuro"

Matteo Renzi all'Opificio Golinelli (Ansa)

Matteo Renzi all'Opificio Golinelli (Ansa)

Bologna, 2 febbraio 2018 - "Non spareremo cifre a caso come 100 miliardi per il reddito di cittadinanza. Noi diamo incentivi per assumere. Il reddito di cittadinanza è un incentivo per licenziare". E' arrivato puntuale allOpificio Golinelli, il segretario Pd, Matteo Renzi, e ha subito ringraziato Marino Golinelli  ("È una delle personalità più giovani che ho conosciuto negli ultimi anni, questo luogo sa di futuro") e il sindaco Virginio Merola.

Il programma Pd

Poi è passato subito all'attacco introducendo la presentazione del programma del partito in vista delle elezioni su una delle proposte economiche centrali dell'M5s. Quanto alla Flat tax - cavallo di battaglia del centrodestra - Renzi ha detto: Che senso ha "abbassare le tasse ai miliardari? Perché abbassare le tasse a chi guadagna tanti soldi e non a chi fatica ad arrivare alla fine del mese?".

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E ancora contro il M5S e la Lega: "Continuare a utilizzare il tema dei vaccini in campagna elettorale è inciviltà. Facciamo un patto: noi di non parlarne, voi di smettere di dire castronerie per mettere in discussione il principio di obbligatorietà - è laffondo -. È in corso un dibattito allucinante sui vaccini - ha detto - dove Salvini, in una strana corrispondenza d'amorosi sensi con la Raggi, ha messo in discussione legge sui vaccini".

Poi il sostegno alle famiglie: "Abbiamo restituito 80 euro a chi guadagna meno di 1500 euro - ha scandito il segretario Dem -, l'obiettivo è estendere questo provvedimento per ogni figlio fino ai 18 anni. Nessuna legge che faremo dovrà costare di più di quelle che abbiamo fatto in questi anni". Parallelamente a questo, il Pd propone la "riduzione del cuneo fiscale dal 33 al 29 per cento per incentivare il lavoro a tempo indeterminato". E, a proposito di lavoro, Renzi ha promesso anche la riduzione del costo del lavoro attraverso un taglio strutturale di 4 punti dei contributi (dal 33% al 29%), ma anche una "buonuscita compensatoria" per i contratti a tempo determinato che non vengono stabilizzati.

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"Noi avremo tre versioni del programma: una versione malloppo, versione nerd, per tutti quelli che vorranno entrare nel dettaglio, 60 pagine, poi c'è una versione più sintetica, 15 pagine, e una terza, molto rischiosa, 100 piccoli passi avanti per l'Italia, 100 piccoli impegni realizzabili, lo facciamo partendo da 100 cose che abbiamo fatto". Ha sottolineato dal palco dell'Opificio Golinelli. "Per ciascuno dei punti che proponiamo - ha aggiunto -, ci saranno cento cose che abbiamo realizzato, che abbiamo raggiunto".

Sul palco sono poi saliti alcuni candidati dem alle prossime elezioni, ognuno incaricato di riassumere in pochi minuti gli snodi fondamentali del programma. La candidata milanese Luisa Noja, avvocato e delegata del sindaca Giuseppe Sala all’accessibilità, ha parlato così di autosufficienza per i disabili: “Bisogna superare l’ottica della standardizzazione, che prevede un assegno uguale a tutti. Per fare questo è necessario stabilire criteri omogenei e universali, anche utilizzando scale internazionali che individuano i diversi bisogni delle persone, arrivando fino al raddoppio attuale cifra prevista. L’assegno di indennità e accompagnamento deve servire a costruire percorsi di autonomia e vita alle persone non autosufficienti”.

Sandro Gozi, ex sottosegretario con delega agli Affari europei, è intervenuto per parlare di Europa. “Siamo passati da maglia nera dell’Europa a magli rosa - sostiene Gozi -. Prima c’erano 121 procedimenti aperti contro l’Italia, ora 62. La parola d’ordine era austerità, ora politica degli investimenti. L’Europa che vogliamo è una che moltiplica sicurezza, protezione e opportunità”.

Yoram Gutgeld, deputato del Pd e consigliere di Renzi, ha invece parlato dei passi compiuti dal Pd in materia di riduzione delle spese. “Noi abbiamo impostato cambiamenti veri e strutturali - spiega Gutgeld -, centralizzando acquisti, cambiando il funzionamento degli ospedali, ora stiamo ragionando su come lavorano i Comuni. Soprattutto, bisogna continuare a lavorare sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione. La Flat tax è sbagliata, perché consiste in una stangata al ceto medio e un incentivo all’evasione. E’ una vera e propria opera di Robin Hood al contrario”.

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