Dimissioni Errani, gli assessori: "Il presidente ci ha chiesto di concludere il lavoro intrapreso". Beppe Grillo: "Ora subito alle elezioni"

Terremoto politico e istituzionale dopo la condanna del Governatore: ecco tutte le reazioni

Vasco Errani (Imagoeconomica)

Vasco Errani (Imagoeconomica)

Bologna, 8 luglio 2014 - La notizia delle dimissioni del presidente Vasco Errani ha immediatamente scatenato un terremoto politico e istituzionale. Gli assessori si sono subito visti nella sede della Giunta in via Aldo Moro. All'incontro hanno partecipato sicuramente presenti Carlo Lusenti, Patrizio Bianchi, Tiberio Rabboni e Paola Gazzolo. Un vertice "per vederci e parlare tra noi". E al termine è arrivata la dichiarazione:  "Garantiremo, come ci ha espressamente chiesto" lo stesso presidente "pieno e totale impegno, nel rispetto degli adempimenti statutari, per portare a termine le tante cose importanti già avviate e gli impegni fondamentali della presente legislatura, con tutta l'attenzione e la dedizione che meritano i cittadini dell'Emilia-Romagna". Così gli assessori (con loro il sottosegretario alla presidenza della Regione Alfredo Bertelli) hanno firmato una nota congiunta in cui esprimono "stima, fiducia, vicinanza al presidente Vasco Errani, persona e amministratore di grande capacità e onestà, la cui piena innocenza, così come la piena innocenza dei due dirigenti regionali coinvolti, emergerà senza dubbio nel prossimo grado di giudizio". Le stesse dichiarazioni del presidente secondo gli assessori "confermano una volta ancora, se ce ne fosse bisogno, lo stile e il senso delle Istituzioni che Errani ha dimostrato in questi anni e ha indicato a tutti noi con il suo impegno quotidiano. Anche per questo va a lui tutta la nostra amicizia e il nostro affetto". 

 

LE REAZIONI POLITICHE 

Arriva la sentenza Errani, passano pochi minuti e si scatenano le reazioni della politica: c’è chi, nonostante l’esito della sentenza emessa dalla Corte d’Appello (condanna a un anno per falso ideologico in secondo grado), continua a credere nell’innocenza di Errani. «Chiunque conosca Vasco Errani non può dubitare della sua onestà e della sua correttezza. Con tutto il rispetto che si deve alle sentenze si dovrà dare rispetto anche alle convinzioni profonde di chi ha avuto a che fare con Errani — afferma Pierluigi Bersani,ex segretario del Pd, — una persona perbene e il miglior presidente che l’Emilia romagna abbia avuto».

Così come Bersani anche Giuliano Cazzola, esponente del Nuovo centrodestra, continua ad essere «solidale» allo storico presidente della Regione sostenendo che «alla fine riuscirà a dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati». Pure Angelo Rughetti, Sottosegretario di Stato del Partito democratico, mostra il suo stupore: «Ho lavorato con Vasco Errani e so che è una persona per bene. Rispetto le sentenze ma privare la Regione di un Presidente generoso ed apprezzato come Errani è un danno per le donne e gli uomini dell’Emilia».

Opinione divergente sul suo destino politico, è quella di Galeazzo Bignami, consigliere regionale ed esponente di Forza Italia, che racchiude il suo commento in una sola parola: «Dimissioni». E quella di Beppe Grillo che sul suo blog scrive: «Non bastano le sue dimissioni da presidente della Regione. Errani deve lasciare ogni incarico, incluso quello di Commissario per la ricostruzione post-terremoto, ruolo delicatissimo che non può essere ricoperto da un condannato. Al tempo stesso chiediamo le elezioni immediate per la Regione. Subito alle urne!».

Una decisione immediata e inaspettata, che ha lasciato tutti frastornati, mentre in molti all'interno del Pd già chiedono un ripensamento: chi conosce bene Errani, è convinto che non tornerà sui propri passi, mentre in Regione c'è chi spiega gli effetti della decisione contenuti nell' articolo 126 comma 3 della Costituzione: ovvero dimissioni della giunta e scioglimento del Consiglio. Errani avrebbe maturato subito dopo la sentenza la decisione di lasciare, tendendo anche conto dei tempi in cui si avrà una parola decisiva sulla vicenda da parte della Cassazione. Per le motivazioni, è stato fissato un termine di 90 giorni, 45 i giorni  per i termini della difesa: il che porta alla presentazione del ricorso entro la metà di novembre, e a una probabile decisione della Cassazione nella prossima primavera.

L'Emilia-Romagna deve andare al voto il prima possibile, ossia a novembre. A chiederlo è Forza Italia, per bocca del vicecapogruppo in Regione, Galeazzo Bignami. "Con le dimissioni di Errani cambia poco rispetto alla gestione asfittica portata avanti dalla Giunta regionale fino a oggi - attacca Bignami - le dimissioni sono un atto dovuto, era inevitabile. Ora la Regione può riprendere un nuovo percorso: vogliamo dimissioni immediate, a novembre, senza aspettare la prossima primavera: si sta già perdendo troppo tempo".

Ma i consiglieri regionali si dividono, anche trasversalmente sul gesto di Errani. C'e' uno 'zoccolo duro' in difesa del governatore, che attacca la sentenza pronunciata dalla Corte d'appello di Bologna. "E' una sentenza sconcertante, in primo grado fu assolto con una sentenza argomentata dal giudice", sottolinea Franco Grillino dei LibDem. "Ora aspettiamo le motivazioni. Ma la perplessità molto forte riguarda il pm, che ha chiesto di dare un segnale. Questo vuol dire che il processo da penale è diventato politico. Conosco Errani da 40 anni, siamo amici, ed è una persona assolutamente onesta".

Al partito del voto immediato s'inscrive invece l'ex M5S Giovanni Favia. "La cosa migliore - afferma - è sciogliere tutto e mettere fine a questa pena di legislatura che è stata la piu' travagliata. Si vada al voto e via"." Secondo il leghista Manes Bernardini "ora si apre una fase politica importante, il voto è la conseguenza naturale. Onore alle armi a Errani, che è sempre stato una persona corretta e leale". "I responsabili dovranno risarcire i contribuenti per il danno procurato, apprezziamo la scelta dimissionaria del Presidente Errani, per noi unica strada percorribile", scrive in una nota il consigliere regionale Fabio Filippi. "Conosco Errani da tanti anni, umanamente dispiace che sia finita in questo modo, ma da oggi in Emilia Romagna si volta pagina". Sul versante opposto c'è Andrea Pollastri. "Ribadisco che nel nostro sistema giuridico vige il principio della presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva.  Altre valutazioni politiche le lascio, con rispetto, alla sensibilità individuale".

"Chiunque conosca Errani non può dubitare della sua onestà e della sua correttezza - è il commento di Pier Luigi Bersani -. Con tutto il rispetto che si deve alle sentenze si dovrà dare rispetto anche alle convinzioni profonde di chi ha avuto a che fare con Errani. Una persona perbene e il miglior Presidente che l'Emilia-Romagna abbia avuto".

"Ora elezioni subito, siamo pronti a tante nuove stelle". Il consigliere regionale Andrea Defranceschi, prima sospeso e poi riammesso nel M5S, commenta così la condanna e le dimissioni immediate del presidente Vasco Errani per la vicenda Terremerse. "A differenza di tanti suoi simili Errani non ci ha pensato un attimo - sottolinea Defranceschi - e questo gli fa onore. Meno, il motivo per cui è stato condannato, fatto gravissimo per chi amministra ai vertici la cosa pubblica. Ora, per lo stesso senso di responsabilità che ha dichiarato, si vada a nuove elezioni subito. Questa Regione non si può permettere un commissariamento" e "merita molto di meglio. Si preannunciano tante nuove stelle". 

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