Bologna, linguaggio di genere: in Comune si dirà 'assessora'

Palazzo d'Accursio si prepara ad aggiornare la comunicazione istituzionale "secondo un’ottica di genere"

Lucia Borgonzoni (foto Schicchi)

Lucia Borgonzoni (foto Schicchi)

Bologna, 18 febbraio 2017 - Anche il Comune di Bologna si prepara ad “aggiornare la stesura degli atti di Consiglio” rispettando “l’identità di genere”, a “prevedere che anche lo Statuto e i regolamenti” siano adeguati “alla normativa più recente in tema di linguaggio di genere”, e ad “aggiornare la comunicazione istituzionale secondo un’ottica di genere”.

Tempi, e soprattutto modi, sono ancora da definire con certezza, ma a breve il Consiglio comunale dovrà discutere l’odg, presentato da vari consiglieri del Partito democratico, in primis Roberta Li Calzi, e da Amelia Frascaroli (e a cui si è detta disponibile ad associarsi anche Coalizione civica), e licenziato in commissione a Palazzo D’Accursio. Anche se nessun partito si dichiara contrario alla proposta illustrata da Li Calzi, non mancano le distinzioni, anche all’interno dello stesso Pd, su come il progetto dovrà essere portato avanti. In particolare, la consigliera Raffaella Santi Casali sottolinea la “necessità di adottare termini che non costituiscano un errore se scritti, ad esempio, da uno studente in un tema”.

Da parte sua, invece, l’altro esponente dem Raffaele Persiano afferma che “servirebbe un vademecum per i dipendenti comunali che dovranno stilare i documenti, perché sappiano con certezza se devono scrivere, tanto per fare un esempio, ‘la presidente’, ‘la presidentessa’, oppure ‘la presidenta’”. In ogni caso, precisa l’assessore alle pari opportunità Susanna Zaccaria, il Comune deve fare qualcosa in materia, anche per “adeguarsi alla legge regionale sulla Parità”.

Per fugare i dubbi avanzati dai consiglieri, Li Calzi e la consigliera della Lega nord Lucia Borgonzoni, che presiedono le due commissioni riunite per discutere l’argomento, spiegano, raccogliendo il suggerimento della dem Simona Lembi, che “sarà convocata un’udienza conoscitiva sul tema, con rappresentanti dell’Università, della Regione e di altri soggetti”.

Il passo successivo, affermano le due consigliere, dovrebbe essere la costituzione di un gruppo di esperti che prepari un regolamento preciso in materia, perché, afferma la leghista, “non possiamo consegnare ai dipendenti comunali delle linee guida generiche”. La strada, riconosce infine Li Calzi, che auspica anche “la massima condivisione dell’odg” da parte delle forze politiche presenti in Consiglio, “è impervia, ma dobbiamo percorrerla, anche perché l’esempio del Comune di Firenze dimostra che un progetto come questo è realizzabile”.

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