Delitto Biagi, il figlio: "Scajola e De Gennaro faranno i conti con la loro coscienza"

Le dure parole di Lorenzo sull'assassinio del padre, giuslavorista, per mano delle Brigate Rosse

In primo piano Lorenzo Biagi

In primo piano Lorenzo Biagi

Bologna, 21 luglio 2017 – Claudio Scajola e Gianni De Gennaro "dovranno fare i conti con la loro coscienza. E dovranno ritenersi – perché lo sono stati di fatto – in parte responsabili di determinate colpe, mancanze e omissioni, come le chiamo io". A dirlo è Lorenzo Biagi, figlio di Marco, il giuslavorista ucciso dalle Brigate Rosse in via Valdonica il 19 marzo 2002, in un’intervista che andrà in onda oggi alle 21 su ‘È Tv’ nel programma Dedalus.

Ai microfoni dell’emittente bolognese, Biagi ha ricordato anche quando Scajola, pochi giorni dopo l’omicidio, "disse pubblicamente, e mi dispiace usare questa parola in televisione, che Marco Biagi era un ‘rompicoglionì", mancando di rispetto "alla famiglia, a me, a mio fratello, a mia madre e a mio babbo stesso". Una frase, in più, "completamente irrispettosa nei confronti di una persona che pochi giorni prima era stata uccisa dalle Brigate Rosse".

Biagi parla anche degli assassini del padre, condannati: "Io non ho mai provato nessun odio o rancore nei confronti di nessuno – spiega –. Posso solamente dire che, per fortuna, sono stati trovati e dati alla giustizia, diciamo che sono contento così. Pur da persona molto credente quale io sono e quale era mio babbo, dire che perdono queste persone assolutamente no. Perché hanno ucciso mio padre: io mio padre non l’ho più e sarà così per sempre".

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