Bologna, Bugani: "Lavoro, per Poletti meglio il calcetto che il cv? Terribile"

E' bufera sulla frase pronunciata dal ministro alle Manfredi Tanari. Ma Poletti: "Non ho mai sminuito il valore del curriculum. Ma il calcetto era la metafora della vita sociale"

Ministro Poletti

Ministro Poletti

Bologna, 28 marzo 2017 - Nuova bufera su Giuliano Poletti, in questo caso per sue dichiarazioni sui giovani e l’occupazione. Lunedì è stata la volta di una frase rivolta agli studenti dell’istituto tecnico professionale Manfredi Tanari. «Per trovare lavoro il rapporto di fiducia è un tema sempre più essenziale» e in questo ambito si creano più opportunità «a giocare a calcetto che a mandare in giro i curricula», ha dichiarato il titolare del Lavoro. Immediate le reazioni, soprattutto a livello nazionale con i Cinque stelle.

Per Alessandro Di Battista «Poletti dice che per trovare lavoro conviene più il calcetto del cv. Anche Buzzi - si chiede provocatoriamente - giocava?». Massimo Bugani, capogruppo 5Stelle in Comune, rincara la dose su Facebook: «Ennesima frase vergognosa del ministro, ma l’immagine davvero agghiacciante è quella di Poletti che gioca a calcetto». Il ministro in serata si è difeso: «Non ho mai sminuito il valore del curriculum e della sua utilità. Ho sottolineato l’importanza di un rapporto di fiducia che può nascere e svilupparsi anche al di fuori del contesto scolastico. Hanno strumentalizzato le mie parole».

Venendo al resto dell’incontro, Poletti ha incoraggiato i ragazzi: «Bologna è una realtà con tante imprese». E «all’interno di un contesto lavorativo» – riferendosi allo stage di alternanza scuola lavoro – «è possibile interagire con tante persone e imparare a conoscersi per capire cosa si vuole davvero». Inoltre, «la possibilità di trovare lavoro dipende da come va l’economia, ma anche da voi. Ci si può anche creare un lavoro, fare insieme agli artigiani, alla cui esperienza possono essere aggiunte le capacità che i giovani hanno acquisito a scuola».

Un programma, quello di alternanza, da portare anche nei licei, perché «è un’esperienza che serve anche a un liceale, per imparare non solo studiando». Il ministro riflette poi sul fatto che in Italia «c’è un buco clamoroso» nell’aiuto ai ragazzi. «In Italia sono 7.000 i dipendenti dei centri d’impiego, in Francia 70.000».

Oltre al percorso formativo, sintetizzato nel curriculum, "è essenziale anche l'essere - sottolinea Poletti entrando alla Luiss i giorno dopo la polemica - cioé le cose che le persone fanno, come il volontariato, il servizio civile". Per Poletti, "vale molto il sapere e vale molto l'essere: vale molto studiare, imparare, da una parte, e vale altrettanto avere una buona relazione con la collettività, vivere con gli amici".

"Io incontro molte persone che si occupano di reclutamento di personale nelle imprese - ha raccontato il ministro - e tutti mi dicono: 'Guarda, io cerco di capire chi sono questi ragazzi, e poi chiedo loro cosa fanno'". Poletti, già finito altre volte al centro di polemiche per frasi estrapolate da suoi discorsi, ha detto che devono essere tenuti assieme questi due elementi, da lui definiti il sapere e l'essere. "Il calcetto è, se volete, la metafora della vita sociale", ha concluso.

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