Bologna, museo Morandi, la conciliazione slitta a settembre

Filtra ottimismo sull’esito della ‘guerra legale’ sulla collocazione delle opere, ma Confedilizia ‘punge’ sull’assenza del sindaco

Museo Morandi (Foto Schicchi)

Museo Morandi (Foto Schicchi)

Bologna, 26 luglio 2017 - Bisognerà aspettare almeno fino al 6 settembre per sapere se proseguirà oppure no la ‘guerra legale’ sulla collocazione delle opere del pittore Giorgio Morandi, che vede schierati, su fronti contrapposti, il Comune di Bologna e il Comitato per il ripristino del Museo Morandi a Palazzo D’Accursio, guidato dalla presidente bolognese di Ape-Confedilizia, Elisabetta Brunelli. Dopo un primo incontro tenutosi davanti al notaio Umberto Tosi, è stato fissato proprio per il 6 settembre il secondo round del tentativo di conciliazione. Anche se oggi non è stato deciso nulla, da entrambe le parti filtra ottimismo.

Da un lato, infatti, il presidente dell’Istituzione Bologna Musei, Roberto Grandi auspica che “si possa trovare un accordo: come Comune vogliamo fare del Morandi un museo contemporaneo, e riteniamo che queste condizioni ci siano al Mambo, ma non a Palazzo D’Accursio”. Sul punto, però, Grandi sostiene la disponibilità dell’amministrazione “a fare una discussione seria e proficua, e se ci viene dimostrato che a Palazzo D’Accursio, invece, queste condizioni ci sono, non escludo che posizioni diverse dalle nostre possano anche convincerci”.

Quindi, sintetizza, anche se restano “le divergenze sulla lettura del testamento di Maria Teresa Morandi, che per il Comitato deve essere letterale, mentre per noi è soggetta a interpretazione”, l’obiettivo “deve essere la valorizzazione del patrimonio di Morandi, e far sì che sia riconosciuto a livello mondiale come un tratto distintivo di Bologna”. Da parte sua, Brunelli si dice fiduciosa sul fatto che “il Comune dovrebbe accettare il tentativo di mediazione”, ma ribadisce che “il museo deve stare a Palazzo D’Accursio, perché questa era la volontà di Maria Teresa Morandi, e l’amministrazione non può violare la legge”. Tuttavia, pur apprezzando “le aperture di Grandi”, la presidente di Confedilizia non perde l’occasione di tirare una stoccata al sindaco Virginio Merola, che “si e’ dato alla fuga, dimostrando una mancanza di coraggio”, perché “non era all’altezza di presenziare a un tentativo di mediazione come questo, e ha dovuto delegare all’unica persona che dal punto di vista culturale poteva esprimere il punto di vista dell’amministrazione”.

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