Congresso Pd, Merola molla Renzi e sostiene Orlando

Il sindaco: "In tre anni è cambiato tutto". Con Orlando anche De Maria e Mumolo

De Maria, Orlando e Merola (foto Dire)

De Maria, Orlando e Merola (foto Dire)

Bologna, 2 marzo 2017 - “Sono passati tre anni da quando ho sostenuto Renzi. Tutto si può dire tranne che non abbia evidenziato spesso le questioni critiche che non andavano. E anche come è stata gestita la vicenda di questa scissione, credo che evidenzi delle responsabilità anche nel fatto di Renzi di essere un segretario adeguato o meno”. Con queste parole il sindaco di Bologna, Virginio Merola, dà l’addio all’ex presidente del Consiglio e leader Pd. Dopo averlo sostenuto dal dopo-elezioni del 2013 (quelle “non vinte” da Pierluigi Bersani), Merola ha deciso di non seguire più Renzi al prossimo congresso Pd, scegliendo invece Andrea Orlando.Anche il deputato Andrea De Maria lo sosterrà. 

Il sindaco di Bologna, oggi a margine di un’iniziativa, rivendica la sua decisione. “Trovo davvero illogico oggi che ci sono tre candidati diversi- sottolinea Merola- con tutto quello che è successo in questi tre anni, con due elezioni amministrative perse e con un referendum perso, dire che io ho cambiato opinione, quando è la realtà dei fatti che dimostra quello che dico”. E aggiunge: “Io governo per questa città e nell’interesse di questo Paese, non in base al fatto che sono fedele al segretario di turno”.

Si schiera con Orlando segretario anche il consigliere regionale Pd Antonio Mumolo e “per due motivi: il primo è che Orlando si propone di spostare a sinistra la barra politica del Pd, cercando di riconquistare i tanti simpatizzanti, militanti ed iscritti che in questi anni si sono silenziosamente allontanati, semplicemente perché non si riconoscevano più nella linea politica del partito”. Il secondo, prosegue il democratico, “è che il segretario del nostro partito deve avere la capacità di ascoltare ed includere, dote rara ma necessaria per ricostruire un centro sinistra in grado di arginare e sconfiggere i populismi della destra e dei 5 stelle”. 

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