Bologna, circoli Pd, il voto a sorpresa. Renzi è al 60%

L’affluenza è in crescita rispetto al 2013. Mancano sezioni decisive

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Bologna, 28 marzo 2017 - La 'Ditta' teme la sconfitta e mette le mani avanti. Di fronte ai dati che continuano a vedere Matteo Renzi in vantaggio nelle sezioni fin qui al voto sotto le Due Torri, il primo ad ammettere l’ipotesi è Claudio Mazzanti. "C’è il rischio reale che nei circoli vinca Renzi, ma alle primarie sarà un’altra storia", riconosce il capogruppo Pd in consiglio comunale: "Si vede che c’è stata una diaspora importante che ha colpito soprattutto a sinistra, tutti quelli che se ne sono andati sono persone che non erano più d’accordo con la linea di Renzi". C’è ancora tempo per rimettere in discussione il risultato finale, perché nei prossimi giorni andranno al voto circoli pesanti, roccaforti degli Orlandiani come Calderara, il Gramsci, il Savena e la Cirenaica, ma intanto sembra cadere anche un’altra motivazione di questa falsa partenza. Nella federazione di Bologna, infatti, l’affluenza cresce, salendo dal 39,9% del 2013 al 41,2% di quest’anno, in linea con il dato regionale che dice +8% di partecipazione degli aventi diritto al voto. Un dato che andrà verificato a fine congressi, rimarcano in area orlandiana, un altro segnale del clima di tensione che si respira in questi giorni dentro al partitone. Dunque, per ora meglio limitarsi ai numeri certi.

Nella federazione di Bologna, su 38 circoli già al voto (ancora meno della metà) Renzi sfiora il 60%. A Bologna città ha un vantaggio più risicato e veleggia di poco oltre quota 50%, con Orlando a un’incollatura. Come detto, però, mancano sezioni pesanti, roccaforti dei dirigenti più in vista che si sono schierati con il ministro della Giustizia, dal sindaco Merola all’assessore Matteo Lepore, dal parlamentare Andrea De Maria al segretario Francesco Critelli. Ma anche dalla provincia, che per ora sembra aver scelto in massa l’ex premier, la mozione Orlando si aspetta una riscossa, soprattutto da Calderara (casa dell’assessore Irene Priolo), Trebbo (già decisiva alle ultime primarie per il sindaco di Castel Maggiore) e Bentivoglio. Più aperta la partita di Budrio, dove il congresso Pd coincide con il via della campagna elettorale per le amministrative. E’, però, già tempo per le prime analisi. «Ricordo che in Bolognina ha stravinto il no, questo vuol dire che il nostro mondo di riferimento ci ha voltato le spalle», sottolinea amaro Mazzanti, ex presidente del Navile, dopo il successo di Renzi nella storica sezione della svolta di Occhetto. Risponde per le rime la senatrice dem Francesca Puglisi, renziana: «Mazzanti è un dirigente del Pd e Immagino che consideri un ‘rischio’ la vittoria delle destre o di movimenti populisti e autoritari, non certo la libera scelta di iscritti al partito».

I congressi di circolo, riservati agli iscritti, dureranno fino al 2 aprile. Dopodiché, partirà la corsa vera e propria per l’elezione del nuovo segretario nazionale, un mese di campagna elettorale che si concluderà il 30 aprile con i gazebo delle primarie alle quali possono partecipare anche i non iscritti, dietro il versamento di 2 euro.

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