Elezioni, centrodestra nel caos. Sgarbi conferma: "Io ci sono"

Il critico lanciato da Berlusconi: "facciamo un sondaggio, poi decido". Ma Salvini lo boccia

Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi

Bologna, 30 gennaio 2016 - La Lega, con il numero uno Matteo Salvini, recapita un netto altolà alla candidatura a sindaco di Vittorio Sgarbi avanzata l’altro giorno dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.

Ma il diretto interessato, pur ribadendo la sua preferenza per una campagna elettorale in salsa milanese, non molla e rilancia: «Berlusconi faccia un sondaggio sulla mia popolarità a Bologna, è l’unico modo per valutare. Candidarmi sotto le Due Torri rimane una rimane una proposta interessante, anche perché non merita i nani che si ritrova».

Insomma, partita più aperta che mai. E che a inizio della prossima settimana (quando dovrebbe essere noto l’esito di un sondaggio sulla possibile candidatura di Sgarbi a Milano) potrebbe entrare nella sua fase decisiva, in un modo o nell’altro.

Intanto, i toni che Sgarbi usa in un comunicato stampa pubblicato su Facebook poco prima delle otto di sera sanno già di campagna elettorale. «Uno come Merola, senza un partito dietro, non prenderebbe un voto – attacca Sgarbi –. Anzi, ne prenderebbe quanti un telepass al suo posto, cioè niente, dal momento che faceva il casellante ed è stato perfettamente sostituito da una macchina. Come lui tanti altri che oggi calcano la scena politica. Se quelli che avanzano dubbi su di me hanno un altro nome, lo espongano a un sondaggio».

Il critico d’arte ribadisce di volersi misurare «al di fuori dei partiti» e, sulle alleanze, fa tabula rasa: «Non mi pongo il problema del supporto della Lega. A Bologna interpelliamo i cittadini. Proviamo a fare un sondaggio solo sui nomi: voteresti Merola, Sgarbi, o Bugani... Bugoni... come si chiama e poi vediamo. In città c’è un livello così basso che è quasi inevitabile che non possa avere un sindaco degno di questo nome».

Non una postilla da poco quella sull’alleanza, perché il patto politico tra Lega e Forza Italia presuppone, in tutte le città della Penisola che andranno al voto in primavera, un candidato condiviso. E questa condivisione, ascoltando Salvini, proprio non c’è. «Vittorio lo conosco, lo stimo, è una persona intelligentissima, stimolante e preparata – commenta il leader del Carroccio –, ma onestamente non ce lo vedo a fare il sindaco a Bologna. La candidata c’è, sta già lavorando da mesi, la squadra cresce e il programma pure. La strada è ampiamente tracciata». Così tanto che, secondo il numero uno della Lega, «la candidatura a Bologna è una delle partite che può essere chiusa tra le prime», senza aspettare la data spartiacque delle primarie del centrosinistra a Milano (il 6 e 7 febbraio), che dovrebbe servire a Lega e FI per scegliere in modo definitivo il candidato sotto la Madonnina e, a cascata, anche nelle altre città al voto, Bologna compresa. Sgarbi, e sondaggi su Sgarbi, permettendo.

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