Bologna, legge taglia-vitalizi, un parere legale incombe sulla Regione

La Pd Rontini difende le norme: "Eque e di buon senso"

Manuela Rontini

Manuela Rontini

Bologna, 28 luglio 2017 - Consigliera, lei è stata la relatrice della legge sui vitalizi. Come ha reagito di fronte al ricorso di 69 ex consiglieri?

«Sono rimasta sorpresa, perché in commissione avevano assicurato che come associazione non lo avrebbero fatto – spiega Manuela Rontini, consigliera regionale Pd –. Il presidente onorario ci disse, cito testualmente, che ‘i ricorsi, in generale, sono un fatto non opportuno per le istituzioni, a meno che non ci si trovi di fronte a situazioni talmente gravi’. Avranno cambiato idea».

Avete qualche preoccupazione per il parere dell’ufficio legale?

«Se le avessimo avute, non avremmo approvato la legge».

L’associazione vi rinfaccia di non averli mai convocati per un confronto precedente al voto. E’ così?

«È falso, una vera e propria bufala. Li abbiamo anche sentiti in commissione, il 5 dicembre scorso: è stata l’occasione per un confronto franco, fra posizioni molto diverse. Assieme al segretario Calvano li ho poi visti anche a metà febbraio».

Considera questa vicenda uno scontro tra generazioni politiche?

«Abbiamo semplicemente chiesto, a chi prima di noi ha avuto l’onere, ma soprattutto l’onore, di sedere in Assemblea legislativa di dare un piccolo contributo nel proseguimento degli obiettivi di riduzione dei costi della politica. Del resto noi e i futuri eletti, il vitalizio non lo percepiremo mai, perché l’abbiamo abolito».

Quei privilegi erano figli di un’epoca che non c’è più?

«Di certo ne viviamo una in cui c’è bisogno di restituire autorevolezza e credibilità alla politica. I cittadini, per tornare ad avere fiducia nella istituzioni, hanno bisogno di riconoscere un impegno che porti risultati, ma che non dia vita a trattamenti di disparità rispetto a loro».

Dicono che il vitalizio fosse anche garanzia di autonomia.

«Chi fa politica deve essere retribuito per poter essere indipendente, ma secondo una giusta misura. Perché non è il contrasto al privilegio che fa nascere l’antipolitica, ma il privilegio stesso».

Cosa risponde a chi, come l’ex consigliere Tampieri, parla di ‘irragionevolezza’?

«Faccio rispondere i numeri. Un ex consigliere, con una sola legislatura alle spalle, ai 60 anni iniziava a percepire un vitalizio lordo di 1.650,08 euro al mese: a lui chiediamo di versarne 43,51, per 36 mesi. A chi ne percepisce 4.950,25 al mese chiediamo un contributo di 384,03 euro. Nulla di irragionevole, insomma. Così come coloro che invece percepivano il doppio vitalizio, stiamo parlando di una ventina di privilegiati in tutta l’Emilia-Romagna, dovranno rinunciare al benefit regionale. A me sembra una legge equa e di buon senso, a differenza di altro».

Cosa?

«Ci sono ex consiglieri che, a fronte di poco più di 200mila euro di contributi versati, percepiranno oltre 1,1 milioni. Ecco, in effetti, questo non mi pare molto ragionevole».

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