Porta Santo Stefano, la denuncia: "Sesso nella piazzetta del Cassero"

La presidente di Quartiere Ilaria Giorgetti: "Il sindaco cosa fa con Atlantide?"

Il Cassero alla porta

Il Cassero alla porta

Bologna, 20 gennaio 2015 - Sesso all’aria aperta, preservativi abbandonati in strada, sporco di ogni tipo. Non succede in un parco o nella periferia sperduta. Accade in pieno centro, nella piazzetta del Cassero di porta Santo Stefano. Con gli abitanti che non ce la fanno più. E le denunce contro gli attivisti di Atlantide, che occupano la struttura di proprietà comunale, si accumulano, «come le promesse mai mantenute del sindaco Virginio Merola», è l’ultima parola, durissima, del presidente di Quartiere, Ilaria Giorgetti. Che in una lettera indirizzata proprio al primo cittadino non le manda certo a dire: «Rimango sbalordita – scrive la Giorgetti – dalla presa in giro che la sua amministrazione sta continuando a fare ai cittadini. Da due lunghi anni si rimanda con promesse di mese in mese l’uscita degli occupanti che, malgrado ‘l’esperienza autogestita’, come la definisce l’assessore Ronchi, continuano a creare rilevanti problemi legati al disturbo della quiete, all’utilizzo indecoroso dell’immobile mantenuto in uno stato di evidente degrado, nonostante l’interesse storico-artistico che riveste e le numerose denunce inerenti gli atti osceni che avvengono nella piazzetta». Ossia, come spiega il presidente, non solo le deiezioni en plein air, ma soprattutto «i rapporti sessuali completi consumati sotto gli occhi esterrefatti dei residenti, ai quali non resta che sporgere denuncia contro ignoti. Perché le performance a cui, loro malgrado, devono assistere gli abitanti, spesso avvengono durante le feste ospitate nell’immobile occupato, che durano fino alla mattina. E che richiamano lo svariato mondo che gira attorno all’associazione».

La mattina dopo, nella piazzetta, restano i segni della baldoria a luci rosse notturna: «Preservativi, fazzoletti sporchi, escrementi. Ma perché i cittadini devono sopportare tutto questo? Chi li deve tutelare – è la domanda della presidente –, se non il sindaco? Eppure, a fronte di tre esposti alla Procura e uno alla polizia postale, qui niente cambia. A questo punto il sindaco dica cosa vuole fare di questo posto: se non vuole sgomberarlo, se ne prenda la responsabilità. Ma la smetta di dirci che verrà liberato a giorni, quando appena una settimana fa gli occupanti hanno provveduto a portarvi dentro anche delle stufette (come anticipato dal Carlino, ndr) per rendere il loro soggiorno a tempo indeterminato più ‘confortevole’. Caro sindaco Virginio Merola – conclude la Giorgetti – non metta davanti a sé l’interesse particolare, ma l’interesse generale e, mi consenta, si comporti da primo cittadino quale lei dovrebbe essere».