Sciopero alle Poste, adesione oltre l’85%. Foto e video

Le stime dei sindacati. La protesta è contro la privatizzazione dell'azienda e il timore di centinaia di esuberi

La manifestazione indetta dai sindacati (foto Dire)

La manifestazione indetta dai sindacati (foto Dire)

Bologna, 27 giugno 2016 - Esultano i sindacati per gli effetti dello sciopero regionale (FOTOindetto da Slc-Cgil, Cisl-Slp, UilPoste e Failp-Cisal contro la privatizzazione dell’azienda, la consegna della corrispondenza a giorni alternati e il timore di centinaia di esuberi: “Oggi le Poste dell’Emilia-Romagna sono bloccate”.

Alla protesta, in base alle prime stime sindacali, ha aderito oltre l’85% dei lavoratori. Non solo: a Bologna è in corso una partecipata manifestazione regionale, partita da piazza XX Settembre con l’obiettivo di raggiungere piazza Roosevelt, dove si svolgeràadesio un comizio finale e i sindacati chiederanno di incontrate il prefetto Ennio Mario Sodano. “Siamo più di 2.000”, dicono gli organizzatori. Tra gli striscioni portati in piazza dalle delegazioni arrivate da tutta le regione ce ne sono anche alcuni rivolti al numero uno di Poste italiane, Francesco Caio (“Ma che Caio fate?”) e al premier Matteo Renzi (“Renzi: Poste italiane non si rottamano”). Grazie ad un cartello appeso al collo, lavoratori licenziati di una ditta in appalto si chiedono: “Il mio lavoro c’è ancora, io no. Chi lo sta facendo?”.

E ancora: “Siamo qui per suonarvele”, recita lo striscione di un agguerrito gruppetto in fondo al corteo. Oltre ai segretari di categoria, in piazza ci sono anche i leader regionali della Cgil e della Cisl, Vincenzo Colla e Giorgio Graziani, mentre per la segrereria Uil è presente Giuseppina Morelli. Sfilano con portalettere e sportellisti anche il parlamentare Giovanni Paglia di Sinistra italiana e il consigliere regionale Igor Taruffi di Sel. Quello di oggi, dicono, è uno “sciopero sacrosanto. Mentre aumentano le preoccupazioni di tanti lavoratori per le proprie prospettive occupazionali e dei cittadini dei paesi privati dei loro uffici postali il Governo Renzi va avanti con la politica della privatizzazione; secondo noi, è sbagliato privilegiare i maggiori profitti anziché il servizio pubblico anche a tutela del sistema economico nel suo complesso, con la sicura penalizzazione dell’utenza: meno sportelli, più finanziarizzazione delle attività, minore attenzione alle realtà periferiche e montane”. Arrivati in centro, le prime file del corteo si fanno sentire cosi’ in coro: “Chi non salta Caio è”. Qualcuno, più indietro, prolunga lo slogan lasciandosi scappare anche un “deve morire”, ma senza ottenere seguito.

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