“Biagi, innovatore europeo”

Il ricordo: “Il premio del Carlino interpreta correttamente lo spirito culturale e morale del giuslavorista di fama internazionale”

Marco Biagi (foto Fiocchi)

Marco Biagi (foto Fiocchi)

Bologna, 4 marzo 2015 - Crediamo sinceramente nel Premio Marco Biagi, istituito su iniziativa del Resto del Carlino, e giunto quest’anno alla sua IX Edizione, premio che interpreta correttamente lo spirito culturale e morale del giuslavorista di fama internazionale. E’ ancora forte la memoria di quanto successo il 19 marzo 2002, quando la follia omicida delle Brigate Rosse ci ha privato, in maniera brutale ed improvvisa, di quest’uomo di grande spessore.

Oltre al ricordo del grande senso del dovere che lo ha portato ad investire tante sue energie nelle ricerche per servire al meglio il Paese, Biagi ci ha lasciato testimonianza della sua lungimiranza, attraverso i suoi studi e le sue opere, culminati nel Libro bianco sulla riforma del mercato del lavoro con cui ha saputo mettere in luce scenari evolutivi che si stanno oggi in parte concretizzando. Innovazione, lungimiranza, senso del dovere, sono caratteristiche che possono e devono essere di sicuro esempio per i nostri giovani e per tutto il mondo economico. Siamo immersi in un’epoca in cui i cambiamenti sono velocissimi, è quindi importante non subire passivamente queste trasformazioni.

Marco Biagi l’aveva compreso e, lungi dal pensare di poter congelare tale evoluzione, era alla continua ricerca di quali potessero essere le soluzioni migliori per governarla. Guardava al futuro con un occhio di riguardo non scevro di preoccupazione rivolto in particolare ai giovani nel cercare di creare le tutele per agevolarli all’interno del complesso mercato del lavoro; da giuslavorista ha mostrato, inoltre, una particolare sensibilità anche al mondo della solidarietà sociale e del volontariato.

Un altro elemento che lo caratterizzava, era la capacità comparativistica: guardare all’Europa per visualizzare i nuovi possibili scenari e, anche, le migliori prassi utili per cercare di innovare il nostro sistema normativo; bene, questa caratteristica, da Presidente di un’Associazione datoriale, mi è particolarmente cara in quanto ritengo che, ancora oggi, molti non abbiano ancora fatto questo scatto mentale, cioè guardare all’Europa, certo con occhio critico, ma considerandola una possibile fonte di nuove idee migliorative.

La sguardo europeo è sempre stato bilanciato, nel lavoro di questo giurista, dall’eredità del periodo formativo presso la scuola bolognese di Federico Mancini e dalla grande conoscenza delle dinamiche territoriali della sua regione, l’Emilia, nel perseguire con grande attenzione la creazione di un mercato regolato che fosse capace di bilanciare i valori dell’efficienza attraverso un’innovazione anche delle relazioni industriali e delle pratiche sindacali.

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