"I nostri tubi di gomma sono nati in una pentola"

Alle origini del successo della Spiralflex di Anzola (VIDEO) LO SPECIALE

Silvia ed Ermanno Vescogni con una spirale in poliamide appena ‘preformata’

Silvia ed Ermanno Vescogni con una spirale in poliamide appena ‘preformata’

Bologna, 21 aprile 2015 - COME si diventa produttori esperti in spirali di gomma? Ermanno Vescogni, 67 anni, fondatore e titolare della Spiralflex di Anzola, che di oggetti del genere ne vende in Italia, Germania, Slovenia, Francia, Austria e – per dire – Nuova Caledonia, intanto ci tiene a chiarire i termini. «Nei fatti noi non produciamo, ma preformiamo tubi in poliamide. Riguardo alle origini, poi, sono particolari, meglio lasciar perdere...».

Vescogni, siamo qui per questo.

«Ma se le dico che un giorno, da giovane, ho bollito un tubo di gomma nella pentola per cuocere la pasta, lei mi crede?».

Dipende dalla spiegazione.

«Ecco, ero un giovane rappresentante di articoli tecnici e industriali. Tra le cose che vendevo c’erano in tubi a spirale, che venivano dagli Stati Uniti o dalla Francia e avevano due problemi. Il prodotto francese veniva preformato (caricato a molla, per dirlo in parole povere; ndr) con il grasso, e il risultato era che questo grasso continuava a colare dalla spirale per lungo tempo. Il prodotto americano, invece, veniva preformato con il calore, in forni speciali, e questo ne faceva lievitare il prezzo... Perciò, per farla breve, un giorno presi un pezzo di tubo e lo misi in pentola, a bollire. Misi su il coperchio e me ne dimenticai per un paio d’ore».

Ha funzionato?

«Venne fuori una spirale perfetta».

Era così semplice?

«Che devo dirle, le migliori idee spesso sono casuali. Poi, ovviamente, serve anche un pizzico di fortuna».

La sua qual è stata?

«Avevo un amico rappresentante su scala nazionale. Serviva grandi gruppi e, a margine, proponeva anche le mie spirali».

Basta questo ad avere successo?

«I numeri sono cresciuti in poche settimane perché il trattamento con l’acqua si è rivelato convincente sotto molti aspetti. Evitava residui di lavorazione, era molto più economico, e questo incideva sul prezzo del prodotto. E poi l’acqua veniva parzialmente assorbita dal poliamide, donandogli una particolare duttilità. Insomma fu un successo».

Ecco, parliamo del prodotto. Cos’è, e a cosa serve?

«Ha presente il tubo a spirale a cui è collegato il compressore con cui lei, o il suo gommista, gonfia i suoi pneumatici? Ecco, quel prodotto lo realizziamo noi. Vale la stessa cosa per le pompe di autolavaggio, le officine meccaniche, il rifornimento di gas e per l’industria: i tubi in poliamide in spirali sono molto usati anche nel mondo delle macchine automatiche».

Quanti ne produce?

«Lavoriamo una media di 400mila metri di tubo al mese, con picchi di 800mila».

Usa ancora le pentole per la pasta?

«(ride; ndr). No, non più. Col tempo ho messo a punto dei forni ad alta prestazione».

Tecnologia italiana?

«Non li trovavo sul mercato, così li ho costruiti io. Passa il tempo, ma bisogna continuare a ingegnarsi».