De Crecchio, Nbi: "Il futuro dell'impiantistica? Tecnologia e neolaureati"

Premio Mascagni, parla l'ad dell'azienda bolognese del gruppo Astaldi

Luciano De Crecchio

Luciano De Crecchio

Bologna, 5 settembre 2017 - C’è anche Bologna nel team che realizzerà in Cile, a 5mila metri di quota, l’osservatorio astronomico più grande del mondo. Luciano De Crecchio, ad di Nbi, un passato da direttore generale di Astaldi -, mostra con orgoglio una simulazione in cui il rendering dell’opera si staglia sugli osservatori attuali e perfino sul Colosseo.

De Crecchio, a voi cosa compete?

“Come azienda specializzata in impianti ad alta tecnologia, ci occuperemo di mantenere la temperatura stabile, per evitare che la più impercettibile variazione termica modifichi l’assetto delle lenti”.

Siete lì grazie ad Astaldi.

“L’integrazione con il gruppo Astaldi, nel 2011 ha rappresentato per noi, che già andavamo all’estero in maniera episodica, una internazionalizzazione strutturata. Anche se è bene precisare che il 45% del nostro fatturato lo realizziamo ancora in autonomia”.

Grandi opere nel vostro carnet?

“Il quartier generale di Hera a Bologna, l’impiantistica della stazione Av di Afragola, i nuovi padiglioni dell’ospedale Careggi a Firenze, la più grande miniera di rame al mondo, in Cile, che gestiamo in toto, l’autostrada del terzo ponte sul Bosforo, e poi manutenzioni, energie rinnovabili...”.

La bolla dell’eolico non era scoppiata?

“Il mercato è molto cambiato: oggi più che di nuovi impianti si parla di efficientamento energetico delle strutture, con nuovi sistemi di riduzione, diagnostica e controllo dei consumi”.

Il vostro fiore all’occhiello?

“Gli impianti degli ospedali: un sistema complesso in cui nulla può permettersi di malfunzionare. Nelle sale operatorie abbiamo un brevetto che permette di automatizzare lo stato di areazione e di salubrità dell’aria, agendo in tempo reale in caso di problemi”.

Il futuro?

“Si chiama ‘Bim’, Building information modelling. Una progettazione virtuale grazie alla quale è possibile fissare ogni singolo elemento di un’opera: una miniera di informazioni”.

Non esistevano già i rendering?

“Qui stiamo parlando di una simulazione digitale con cui è possibile sapere, anche da remoto, chi ha montato il dato cavo che si trova in un punto esatto del pavimento, chi lo ha comprato e dove, quanto lo ha pagato, che caratteristiche ha, etcetera. I vantaggi sono incalcolabili prima di costruire, durante i lavori e anni dopo, quando la struttura avrà bisogno di manutenzioni. Per realizzarli stiamo cercando figure professionali nuove”.

Le sfilerete alla concorrenza?

“Guardiamo ai neolaureati, anche con una borsa di studio co-finanziata con il Politecnico di Milano”.

Pagate per avere persone senza esperienza?

“È ora di sfatare questo luogo comune: i neolaureati non sono affatto una tabula rasa, o un problema per chi li assume. Il loro bagaglio di conoscenze è eccezionale, così come la loro attitudine verso il nuovo. Ora pensi a queste qualità, e le affianchi al bagaglio di conoscenze di chi lavora qui da anni, come stiamo cercando di fare. Un connubio esplosivo, declinato al futuro”.