EcoSer e i rifiuti pericolosi

Premio Mascagni. Gilberto Gherardi presenta l'azienda specialista dello smaltimento

Gilberto Gherardi di EcoSer

Gilberto Gherardi di EcoSer

Bologna, 28 marzo 2017 - Facile dire rifiuti. Ce n’è di molti tipi, soprattutto nelle aziende, e ogni singola tipologia ha i suoi rischi, le sue prassi, la sua modalità di smaltimento. Pane per i denti di Eco.Ser. (VIDEO), nata nel 1995 per gestire i rifiuti speciali. Anche, e soprattutto, quando sono pericolosi.

Gilberto Gherardi, rifiuti speciali in cosa?

"Il campo è molto ampio. La prima differenza di fondo è quella che divide le nostre case dal resto del mondo. I rifiuti, difatti, a monte si dividono in urbani o speciali, e in questa ultima categoria rientra tutto lo scarto prodotto da una partita iva, sia essa un’azienda chimica o un artigiano".

Poi ci sono quelli pericolosi.

"Tra tutti l’amianto, ma anche i solventi, e in generale le sostanze chimiche o gli scarti di produzione. Ci occupiamo di tutto ciò che non sia infettivo o radiattivo".

L’amianto, soprattutto, ci fa paura.

"Ed è un bene, visto che è altamente dannoso per la salute".

Voi come fate a trattarlo?

"Se ne occupano operai specializzati, espressamente formati per operare nel recupero e il trattamento in sicurezza, senza mettere a repentaglio la loro vita e quella di chi è lì attorno".

Ce n’è ancora tanto in giro?

"Più di quanto non immaginiamo: sui tetti, nei vecchi capannoni, nelle condutture, in campagna... E più passa il tempo più diventa pericoloso".

Poi ci sono i solventi...

"...Che ci fanno meno paura dell’amianto ma non sono meno dannosi. Pensi ai danni che possono generare se dispersi nell’ambiente, e se finiscono a contatto con persone o colture. Per trattarli bisogna avere tutte le cure: spesso, difatti, interveniamo per un singolo flaconcino".

Poi cosa ne fate?

"La logica è la stessa che governa i rifiuti urbani. Ovvero: tutto ciò che può ancora servire deve essere recuperato. Perciò, una volta prelevato il rifiuto in azienda, lo portiamo nei nostri stabilimenti, recuperiamo ciò che deve essere recuperato e trattiamo nel mondo corretto il resto, prima del conferimento in strutture specializzate".

Qual è la destinazione finale?

"La logica del chilometro zero, per quanto possibile, vale anche per i rifiuti. Perciò cerchiamo di privilegiare soluzioni specializzate in Regione. Quando non è possibile li portiamo fuori. Se serve fino all’estero, perché la regola aurea, sopra tutto, è il corretto smaltimento".

Il vostro lavoro, però, inizia prima.

"Ciò che ci contraddistingue è un servizio a 360 gradi nei confronti delle aziende. Ci chiamano, noi arriviamo, studiamo la produzione, il tipo di rifiuti prodotti e il loro smaltimento. Dopodiché, da quel momento, dispensiamo l’azienda da ogni responsabilità: quel rifiuto diventa un nostro problema".

Una bella rogna.

"È il nostro mestiere, ed è ciò in cui siamo bravi. La gestione dei rifiuti speciali richiede serietà professionalità e soprattutto molta respondabilità. Di tutto questo, dal 2005, siamo pronti a farci carico".