Imola commissariata e voto nel 2015. Gli ostacoli sulla strada del sindaco Manca

Primarie del centrosinistra per il candidato alla Regione Emilia-Romagna. Senza decreto del Governo, urne solo la prossima primavera

Daniele Manca (foto Dire)

Daniele Manca (foto Dire)

Bologna, 18 agosto 2014 - IL SUO nome è quello più ‘caldo’ nelle ultime ore. Dentro il Pd, ma anche fuori, non c’è persona che non lo indichi come sicuro candidato alle primarie del 28 settembre. E lui non ha mai nascosto l’ambizione di volerci provare fino in fondo. Ma la strada che separa dalla poltrona di presidente della Regione Daniele Manca — il quale gode dell’appoggio forte, anzi fortissimo in questi giorni, dell’ex governatore Vasco Errani — passa da due scogli non semplici da superare. GLI SCOGLI in questione hanno il nome di commissariamento del Comune di Imola e data del voto per eleggere il nuovo sindaco. Davanti a sé Manca ha due possibilità, qualora decidesse di correre: dimettersi prima delle primarie oppure farlo immediatamente dopo il voto. E la cosa cambia molto per il Comune di Imola. Il testo unico degli enti locali, infatti, dà 20 giorni di tempo a un sindaco dimissionario per ripensarci e tornare in carica. Quando il termine scade, entra in scena il commissario prefettizio, che ha il compito di traghettare il municipio alle elezioni.  E qui entra in gioco la seconda variabile, di peso non indifferente: quando voterebbe Imola per scegliere il suo prossimo sindaco? La normativa dice che se un Comune va al voto per le dimissioni volontarie del primo cittadino, e se queste avvengono dopo il 24 febbraio, le elezioni devono tenersi in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno dell’anno successivo. Nel caso di Imola, dunque si andrebbe al voto, dopo più di sei mesi di commissariamento, nella primavera del 2015. Sempre che il Ministero dell’Interno, con un decreto legge ad hoc, non decida di accorpare il voto imolese a quello per la Regione (la cui data più probabile resta il 16 novembre). Questa sarebbe la ‘quadra perfetta’ che consentirebbe a Manca un addio indolore al municipio. INTANTO, nella veste di primo cittadino imolese, Manca viene incalzato dal presidente del Cassero, Vincenzo Branà, sui diritti delle coppie omosessuali, tema riportato al centro del dibattito politico su sollecitazione del Movimento 5 Stelle e sul quale Manca ha risposto dicendo di auspicare un «atto parlamentare per inquadrare la questione». Posizione poco gradita da Branà, che su Facebook scrive: «Manca dia alle coppie di gay e lesbiche gli stessi diritti che hanno le coppie eterosessuali coniugate. E se crede sia necessario un intervento di Roma, metta nero su bianco questa necessità, si metta assieme a tutti gli altri sindaci e rivolga a Roma un appello. Perché l’Anci non serve solo quando i Comuni restano a corto di soldi. Si possono fare le battaglie anche per i diritti, non solo per l’Imu. Sarebbe una cosa di sinistra».

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