Due bimbi sprint chiamati Samuele, il primo bebè dell’anno al Maggiore

Vagito all’una e 35. Al Sant’Orsola il parto tredici minuti dopo (GUARDA LE FOTO)

Elisa Coccolini, 28 anni, con il figlio Samuele

Elisa Coccolini, 28 anni, con il figlio Samuele

Bologna, 2 gennaio 2016 - La notte dei due Samuele. Per i primi bambini venuti al mondo sotto le Due Torri, all’inizio del 2016, i genitori, infatti, hanno scelto lo stesso nome GUARDA LE FOTO).

«Ci piaceva la storia della chiamata di Samuele, così come è raccontata nella Bibbia», spiega radiosa Elisa Coccolini, 28 anni, la mamma del neonato che ha fatto fermare, alla Maternità del Maggiore, le lancette dell’orologio all’una e 35 minuti. Come dodici mesi fa, il primo brindisi – una sorta di sfida tra i due grandi ospedali della città – è stato fatto al Maggiore. Una manciata di minuti dopo, per la precisione all’una e 48 minuti, un altro vagito, stavolta al policlinico Sant’Orsola.

Torniamo a Samuele, 4 chili e 600 grammi di peso e 56,5 centimetri di lunghezza. «Ho già dimenticato le ore del travaglio – dice mamma Elisa – e devo ringraziare le ostetriche per l’aiuto e mio marito Lorence per il sostegno. A un certo punto mi sarebbe piaciuto dare forfait – ricorda con una punta di ironia – ma non si poteva». E adesso, quando siamo già a pomeriggio inoltrato? «Provo una grande gioia e spero che il mio bambino possa sempre stare bene ed essere felice. Appena l’ho visto, mi sono commossa e ho sentito quasi una sensazione di incredulità».

E, all’interno della coppia, spunta la seconda curiosità: entrambi sono infermieri. «Io lavoro al Toniolo – precisa mamma Elisa – mentre mio marito, Lorence Gjerkaj, di origine albanese, fa l’infermiere alla Dozza». Il secondo Samuele, nato al Sant’Orsola, pesa tre chili e 255 grammi ed è lungo 50 centimetri. Mamma Elena Forni, 36 anni, riposa insieme al suo bimbo.

Qui il racconto spetta al papà. «Siamo arrivati in ospedale giovedì pomeriggio, verso le 16. Dopo la visita – ricorda Luca Migliore, 36 anni, responsabile commerciale per il Triveneto di una multinazionale della birra – si è capito subito che era venuto il momento di restare. Ho assistito al parto, ma ancora non riesco a descrivere le emozioni vissute. So solo che siamo entrati in due in sala parto e siamo usciti in tre. E poi che sorpresa sapere che era un maschietto. Durante le ecografie non avevamo voluto sapere il sesso. E così è stato ancora più bello. La sfida con il Maggiore? L’importante è che sia andato tutto bene. E poi sapere che è nato un altro Samuele mi sembra davvero un bel segno».

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