Il procuratore Alfonso: “Sotto le Due Torri nessuna traccia di affari mafiosi, ma le indagini continuano”

Il numero uno della Dda dell’Emilia Romagna: “Non possiamo escludere referente degli Aracri in città. Sotto la lente anche sull’appalto Elledue al Marconi“ FOTO

Il procuratore capo Roberto Alfonso  (FotoSchicchi)

Il procuratore capo Roberto Alfonso (FotoSchicchi)

Bologna, 29 gennaio 2015 - Reggio Emilia, Modena, Parma, Piacenza ma non Bologna. La cellula dell’ndrangheta radicata in Emilia-Romagna e fermata con la maxi operazione “Aemilia” aveva propaggini e affari in quasi tutte le città della regione, con referenti per ogni zona, ma non sotto le Due Torri. E’ possibile? “E’ una domanda che ci facciamo anche noi. Riteniamo che un referente a Bologna possa esserci, ma finora non l’abbiamo accertato. Non c’è evidenza probatoria che a Bologna ci sia”, afferma il procuratore capo Roberto Alfonso, numero uno della Dda dell’Emilia-Romagna. Sotto le Due Torri, dall’inchiesta emerge l’attività di Roberta Tattini, consulente bancaria e finanziaria che ha messo le proprie competenze al servizio della cosca per procacciare affari e proporre nuovi progetti.

E questo per Alfonso “non è cosa di poco conto”, a maggior ragione visto che l’1 marzo del 2012, nello studio di Tattini in via Santo Stefano 14, ci fu un incontro a cui partecipò anche il boss in persona, Nicolino Grande Aracri. “Il punto fermo che abbiamo trovato a Bologna è l’attività di Tattini, che non è di poco conto - dice il procuratore - l’attività di consulenza bancaria e finanziaria per portare avanti gli affari non è secondaria rispetto a tutto il resto dell’attività che abbiamo contestato. Il fatto, poi, che una donna riceva la visita del capo dell’organizzaione per trattare degli affari un suo significato evidentemente ce l’ha”. Al momento, però, gli investigatori non hanno trovato di più. “Finora non abbiamo evidenza probatoria che a Bologna ci sia un’articolazione dell’organizzazione. In tutta l’Emilia c’è un referente per ogni zona, e anche noi ci siamo chiesti se ce sia uno per Bologna. Faremo verifiche a 360 gradi. Se vengono fuori bene, se non vengono fuori e non ci sono, meglio così”.

L’assenza da Bologna di esponenti della criminalità organizzata non è nemmeno dovuta, secondo Alfonso, al fatto che Bologna resti fuori da una sorta di ‘spartizione’ della regione, con Modena territorio dei casalesi e Reggio Emilia base dei calabresi. “Non ci risulta”, dice il procuratore capo. “Nelle relazioni che abbiamo fatto in passato - prosegue Alfonso- abbiamo sempre parlato di una Bologna come ‘città aperta’, dove ognuno poteva ricavarsi il proprio spazio senza intaccare quello degli altri. Non era un luogo in cui poteva nascere un conflitto per accaparrarsi un settore di interesse lecito o illecito, o almeno noi non ne abbiamo evidenze. E noi dobbiamo lavorare sul materiale che ci offrono le indagini”. La vicenda è “ancora in fase di accertamento e comprensione”, dice il procuratore capo di Bologna Roberto Alfonso, ma i fari della Dda dell’Emilia-Romagna sono puntati anche sull’appalto vinto nel settembre 2011 dalla società “Elledue” all’aeroporto Marconi di Bologna per realizzare il ‘finger’. Nell’ordinanza del gip Alberto Ziroldi la società “Elledue costruzioni” di Lamezia Terme (che venne poi indagata in Veneto per turbativa d’asta, con l’aggravante dei metodi mafiosi, nella gara per la costruzione di una nuova caserma di carabinieri) viene citata perché i suoi titolari, i fratelli Longo, sarebbero in affari con l’impresa Giglio, che appartiene a uno degli arrestati di ieri e insieme alla Bolognino è un’azienda di cui Bianchini costruzioni si è servita per far gestire alcuni lavori vinti in appalto. Dell’azienda Elledue costruzioni nell’ordinanza si dice che e’ “ritenuta contigua agli ambienti della criminalità organizzata lametina (cosca Innazzo-Giampa’)”.

Ed ecco il passaggio relativo al Marconi: “Il rapporto di affari tra Giglio e i fratelli Longo proseguiva in maniera assolutamente proficua, tant’è che la loro collaborazione veniva estesa, con le medesime modalità, ad un altro importate appalto, che riguardava opere da realizzare presso l’aeroporto Marconi di Bologna. Anche in quella circostanza - si legge ancora nell’ordinanza - la gara era stata vinta dalla Elledue costruzioni, avendo presentato un’offerta con il ribasso piu’ elevato, per poi far inserire materialmente Giglio nell’esecuzione dei lavori”.