Profughi, l’identificazione è un flop. Trecento in fuga senza documento

I dati dall’inizio dell’anno: uno su tre non è stato fotosegnalato

Un gruppo di immigrati (Foto archivio)

Un gruppo di immigrati (Foto archivio)

Bologna, 17 aprile 2015 - Uno su tre scappa prima di essere fotosegnalato. Questo significa che, dall’inizio dell’anno, su circa 900 immigrati entrati nell’hub di via Mattei, 300 si sono allontanati senza mai essere stati compiutamente identificati. Il rapporto tra gli stranieri effettivamente conosciuti con nome, cognome, impronte e foto e quelli accolti è del 67%. Il problema era già stato segnalato dal ‘Carlino’ nello scorso febbraio ma da allora nulla pare cambiato nelle procedure, a fronte di un costante innalzamento delle misure di sicurezza in città per fronteggiare l’allarme terrorismo.

Gli immigrati non possono essere trattenuti con la forza, nemmeno prima che si proceda al fotosegnalamento, quindi chi ha come meta altri Paesi europei dove è atteso da parenti o amici cerca subito di allontanarsi. Questo perché gli sciagurati accordi di Dublino impediscono la libera circolazione dei richiedenti asilo all’interno dell’Unione europea, bloccandoli nel territorio in cui sono stati per la prima volta identificati. Un immigrato fotosegnalato in Italia che dovesse poi spostarsi in Germania o Francia a casa di un fratello o uno zio, potrebbe in qualunque momento essere espulso e rispedito nel nostro Paese, come in effetti avviene non di rado. I fuggitivi sono quasi tutti provenienti da Siria, Eritrea, Somalia e Palestina. La ‘dispersione’ dell’hub è in realtà anche una valvola di sfogo che impedisce alla struttura di scoppiare. I 270 posti sono largamente insufficienti a far fronte agli arrivi dalla Sicilia. A Bologna è destinato solo in questa settimana un flusso di quasi 500 persone. Le prime 108 sono giunte all’alba di ieri e altre 350 sono in arrivo. Questa mattina un centinaio scenderanno da due pullman partiti ieri da Porto Empedocle, altrettanti sono saliti su una nave salpata da Trapani e diretta a Genova, da dove poi proseguiranno in pullman per Bologna. Infine, altri 150 devono essere prelevati dalla Prefettura di Bologna a Siracusa, Ragusa e Lampedusa per essere trasferiti sotto le Due Torri.

I posti in via Mattei non sono sufficienti per tutti e i funzionari di piazza Roosevelt stanno cercando di attivare altre strutture di emergenza, oltre che di organizzare il trasferimento, complicato dal fatto che i pullman in Sicilia non si trovano più. «Questa non è accoglienza, sono solo affari e business – sbotta Marco Lisei, consigliere comunale di Forza Italia –. Bologna ha superato ogni limite di sostenibilità circa l’accoglienza e ormai solo il buon senso delle persone sta facendo scongiurare tensioni sociali e scontri. Se così sarà, qualcuno dovrà assumersi le proprie responsabilità. Soprattutto in merito ai controlli dei profughi che mi pare siano inesistenti».

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