Casalecchio (Bologna), 30 novembre 2011 - QUANDO si parla di un mito, quello dalla Moto Morini, una storia italiana, anzi bolognese, che nel 2014 compirà novant’anni, dopo una caduta (non è la prima) per prima cosa si riprende il filo di un discorso solo temporaneamente interrotto. È quello che da oggi fanno Sandro Capotosti e Ruggeromassimo Jannuzzelli, cinquantenni milanesi cresciuti a pane e Corsarino, determinati a rimettere in moto una fabbrica e a riportare su strada le motociclette marchiate con l’aquila d’oro che fino alla scorsa primavera si montavano a Casalecchio, nello stabilimento di via Porrettana. Di mezzo c’è stato il fallimento della società capitantata da Maurizio Morini che con l’apporto iniziale della famiglia Berti nel 2003 aveva rilanciato la Moto Morini spa, e che dal 2005 aveva lanciato quattro nuovi modelli, la ‘9 ½’, il Corsaro 1200, la Granpasso e lo Scrambler.

Da queste ultime tre motociclette e da un nuovo modello che dovrebbe debuttare la prossima primavera riprende il corso della Eagle Bike: società con sei milioni di capitale sociale (66% a Capotosti e il restante a Jannuzzelli) che con un’offerta da 1,96 milioni di euro lo scorso settembre si è aggiudicata l’azienda finita in liquidazione.
La tabella di marcia è già definita: oggi entrano in fabbrica i primi 16 neo assunti: un primo gruppo costituito in gran parte dai profili dirigenziali affidati a giovani responsabili di settore, con una continuità garantita da un nocciolo duro di direttori e tecnici di lungo corso nella casa bolognese. A Milano è già operativo l’ufficio commerciale. Da gennaio un’altra ventina di assunzioni che riguarderanno in gran parte ex dipendenti (in maggioranza donne) per la ripresa della produzione vera e propria. Nel 2012 obiettivo puntato sul nuovo modello che è ancora top secret. Il tutto non senza difficoltà: «Questo è uno stabilimento modello, con dotazione di laboratori e tecnologie di altissima qualità. Ma gli ostacoli sono quelli di riattivare tutti i fornitori.

«NEL SETTORE del motociclo è come se fosse passato un uragano — dicono Capotosti e Jannuzzelli —. Fra gli appassionati e i ‘motomorinisti’ c’è tanta attesa. Saremo fedeli alla storia del marchio, resterà un prodotto di alto artigianato tutto italiano. Avremo un rapporto costante con i nostri clienti che cercheremo di portare qui, a Bologna, a provare la moto sui bellissimi percorsi di queste colline, con un’attenzione particolare alla sicurezza e alla qualità».