Bologna, 9 luglio 2012 - Un sito web dedicato alla raccolta di fondi destinati alla ricostruzione di cinque “edifici simbolo” del territorio bolognese gravemente danneggiati dal sisma. E’ l’iniziativa messa in campo dalla Provincia di Bologna e dalle amministrazione comunali interessate dal terremoto, che hanno deciso di concentrare l’iniziativa su due Comuni: Pieve di Cento per la ricostruzione della scuola elementare De Amicis e della Rocca, Crevalcore per intervenire sulle elementari Lodi, sul municipio e sul castello dei Ronchi.

“La disgrazia del terremoto ha colpito materialmente tante situazioni ma anche l’identità e il senso di appartenenza” delle comunita’ coinvolte, sottolinea la presidente della Provincia, Beatrice Draghetti. Confermando la volontà di “ricostruire quello che c’era”, aggiunge la numero uno di Palazzo Malvezzi, l’iniziativa presentata oggi in conferenza stampa vuole essere “un messaggio a sostegno della possibilita’ di ricostruire anche un’identità”.
 

Sul sito, raggiungibile dal portale della Provincia e realizzato a costo zero dagli uffici di Palazzo Malvezzi, si possono scaricare foto e video che testimoniano lo stato degli immobili scelti per la raccolta fondi, materiale che d’ora in poi sarà aggiornato per consentire a chi fa una donazione di seguire come procede la ricostruzione. “E’ importante che ci sia un’attenzione per gli edifici che rappresentano un simbolo per la comunità”, sottolinea il sindaco di Pieve di Cento, Sergio Maccagnani.

Ad esempio le De Amicis, che non solo è l’edificio scolastico più importante del territorio con 330 bambini ospitati, ma rappresenta anche “l’unico edificio in stile liberty del nostro Comune - ricorda il primo cittadino - ed e’ vincolato dalla Soprintendenza”: il video mostra controsoffitti e mattoni crollati sui banchi, ma anche le scale sono state danneggiate e si contano 300 lesioni lungo le pareti. Poi c’e’ la Rocca del 1307, realizzata da Antonio di Vincenzo (progettista anche della basilica di San Petronio a Bologna) e sede sia del Museo civico di Pieve che di molte iniziative estive: non a caso, segnala Maccagnani, prima del terremoto il Comune aveva deciso di realizzare un bando per la riqualificazione dell’area esterna, cosi’ da ricavarne una “seconda piazza” per Pieve.


“Va bene la raccolta fondi a pioggia ma ancora meglio sono le iniziative mirate”, assicura il sindaco di Crevalcore, Claudio Broglia, alle prese con una lunga “lista di disgrazie”: attualmente sono 800, infatti, le unità immobiliari inagibili. Le Lodi “per noi sono il simbolo piu’ bello”, sottolinea il primo cittadino, “con cento anni di storia” ed una conservazione che fino al sisma era stata “egregia”. Poi c’è il municipio: “Senza non c’è la vita civica del paese”, sottolinea Broglia, spiegando pero’ che secondo i Vigili del fuoco “si fara’ fatica a mantenere in piedi l’attuale edificio”. Infine, il castello dei Ronchi: acquistato dall’amministrazione nel 1985 e quasi completamente riqualificato prima del terremoto, ora “per metterci mano - allarga le braccia Broglia - non si puo’ parlare di meno di 15 o 20 milioni di euro”.

Lorenzo Minganti, sindaco di Minerbio, a nome dei sindaci terremotati sottolinea il metodo scelto per mettere in campo questa iniziativa: “Tutti noi abbiamo le nostre cicatrici e ferite, ma abbiamo deciso di concentrarci su due Comuni che sono oggettivamente i più colpiti, perché in un’ottica di solidarieta’ cosi’ siamo abituati a fare da queste parti”. Da qui il “fortissimo auspicio che tutti gli altri enti, di ogni livello di governo - e’ il messaggio di Minganti - facciano la propria parte come la Provincia, che dimostra di non essere cosi’ inutile come qualcuno va dicendo da tempo”.


Questo particolare tipo di raccolta fondi “rappresenta il nostro approccio alla fase due”, aggiunge l’assessore provinciale alla Protezione civile, Emanuele Burgin, dopo una fase uno caratterizzata da una “grande corsa di disponibilita’ e solidarietà”. D’ora in avanti, infatti, l’obiettivo e’ “riuscire a tenere insieme- sottolinea Burgin- trasparenza ed efficacia”.


Per promuovere la campagna non si esclude la possibilita’ di organizzare eventi ad hoc, ma nel frattempo si usera’ la Rete: ad esempio, “diverse realta’ commerciali- spiega Burgin - sono gia’ disponibili ad ospitare un link sul proprio sito”. Di certo il tema va tenuto “caldo” perché “dopo un mese o due le passioni si stemperano”, aggiunge Draghetti, che intanto ha gia’ inviato una lettera ai presidenti di tutte le altre Provincie per segnalare l’iniziativa.