Bologna, 8 aprile 2014 - Preparava bocconi avvelenati per i cani: denunciato un cacciatore di 66 anni. Nella casa del pensionato a Funo di Argelato, sono stati sequestrati pericolosi antiparassitari e altre sostanze tossiche e cavi per costruire lacci a strangolo.

Secondo gli investigatori il 66enne sarebbe il ‘sospetto avvelenatore’ di animali della Bassa bolognese.

L’uomo, pensionato con la passione della caccia, e’ stato denunciato dalla polizia Municipale dell’unione Reno Galliera, che ha coordinato le indagini, per tentata uccisione continuata di animali, oltre che per diversi reati in materia di caccia.

Da mesi nelle campagne fra Castel Maggiore e Castello d’Argile si era creato un forte allarme per i ripetuti ritrovamenti di animali selvatici, ma anche di cani e gatti, morti avvelenati o uccisi da lacci a strangolo.

Altri sono stati trovati sofferenti dopo avere ingerito le esche con il veleno, sparse lungo i campi. Le indagini, in collaborazione con la polizia Provinciale e con le Guardie Ecologiche Volontarie, hanno portato a concentrare l’attenzione su una componente ‘deviata’ del mondo venatorio.

Alcuni cacciatori - secondo quanto e’ emerso - vedrebbero in alcuni animali una sorta di antagonisti per la loro passione. In particolare le volpi, ma anche cani e gatti che possono nutrirsi delle potenziali prede o rappresentare un disturbo per i cacciatori.

Raccolte alcune segnalazioni da parte di cittadini della zona, su un uomo visto aggirarsi in motorino lungo l’argine del fiume Reno, qualche giorno fa e’ stato fermato il 66enne, sorpreso in localita’ Malacappa con alcune matasse di cavo multifilo, una delle quali abbandonata furtivamente appena prima del controllo. Il cavo e’ risultato identico, per dimensioni e caratteristiche, a quello utilizzato per realizzare i lacci a strangolo trovati, in piu’ occasioni, sulle carcasse di animali uccisi.

La perquisizione, autorizzata dalla Procura, e’ stata estesa all’abitazione del sospetto: in garage sono stati trovati una trentina di contenitori contenenti antiparassitari di prima classe e altre sostanze tossiche e venefiche, per un peso complessivo di diverse decine di chili, oltre a un rilevante quantitativo di carne in putrefazione, potenzialmente utile per la realizzazione delle esche.

Per l’acquisto e la detenzione di alcuni degli antiparassitari sequestrati e’ necessaria un’apposita abilitazione, di cui l’uomo non era in possesso. Sono in corso ulteriori indagini, coordinate dal sostituto procuratore Augusto Borghini, per accertare l’eventuale responsabilita’ del 66enne di alcuni episodi specifici, a cominciare dalla recente morte di due cani e l’avvelenamento di un terzo nelle campagne di Argelato. Saranno confrontate le sostanze sequestrate con i campioni dei bocconi che hanno avvelenato gli animali.