Marzabotto (Bologna), 1° maggio 2014 - Il silenzio della piazza davanti alla chiesa di San Lorenzo di Panico a Marzabotto si rompe quando la gente si apre per far passare il carro funebre. Arrivano le note strazianti dell’organo. Nessuna parla, una folla commossa gremisce la strada per dare l’ultimo saluto a Erica Fondaroli (FOTO), 37 anni, residente a Lama di Reno a Marzabotto, morta il 22 aprile scorso in un incidente sull’A1 all’altezza di Casalecchio di Reno. Era con il figlio a bordo dell’auto in corsia d’emergenza: sono stati tamponati da un mezzo pesante che è finito addosso alla loro Fiat Punto. Lei è morta sul colpo e il ragazzino 13enne è rimasto ferito.

All’ingresso della chiesa ieri c’erano schierati nella tradizionale divisa arancione i volontari della Pubblica assistenza di Sasso Marconi, a cui la donna era iscritta dal 2007. In mano avevano tutti una rosa per ricordare l’amica di tanti servizi effettuati sul territorio al servizio dei più deboli e bisognosi. Sotto un cielo coperto dalle nuvole e una leggera pioggerellina, lo sguardo della gente ha accompagnato l’ingresso della bara avvolta nei fiori bianchi. Gli unici colori che hanno circondato il feretro erano quelli degli amici del figlio e delle tute arancioni dei volontari.

Toccante l’omelia del parroco don Adelmo Mercuri che ha invitato i familiari a non arrendersi alla morte: «Noi apparteniamo a Dio che ci ha partorito. Noi siamo tutti chiamati a sconfiggere la morte attraverso l’esempio e il sacrificio. Non riusciamo a spiegarci quello che è successo a Erica, non riusciamo a vedere la presenza di Dio in quello che è accaduto. Dobbiamo aprire i nostri occhi e guardare oltre. Certo, la morte di una madre ha segnato tutti noi. Una madre che se n’è andata nell’esercizio delle sue funzioni, mentre si occupava del figlio. Stava dedicando del tempo al suo piccolo, non a se stessa. E’ questa l’essenza della vita e questo quello che è accaduto».

E mentre nella chiesa il parroco cercava di consolare il figlio e la madre della donna seduti in prima fila, per chilometri da Sasso Marconi – dove la donna aveva un negozio di parrucchiera – fino a Lama di Reno le persiane erano tristemente socchiuse. Un’immagine che da sola spiega il fatto che due paesi fossero ancora sotto choc. Il feretro, poi, se n’è andato lasciando una chiesa e una piazzetta stracolma di gente incredula e in lacrime. La madre e il figlio scossi da singhiozzi a ogni abbraccio, la nonna in silenzio e a capo chino.

Un corteo ha accompagnato nel suo ultimo viaggio la Fondaroli fino al cimitero a 300 metri di distanza dalla chiesa. Se n’è andata così la donna, con la sua immagine assorta mentre scruta il cielo nel santino posto vicino all’ingresso del tempio. Dietro alla foto un messaggio di speranza scritto dalla stessa Fondaroli: «Quando ti senti triste per la mancanza di una persona importante nella tua vita...guarda il cielo e nella sua immensità troverai un abbraccio che ti avvolgerà dolcemente».+

Matteo Radogna