Bologna, 7 giugno 2014 - Era stato accusato di aver messo le telecamere nello spogliatoio delle ‘dade’, in un asilo privato in provincia di Bologna, e di aver conservato le loro immagini mentre si cambiavano sul suo pc. Due giorni fa, dopo 5 anni dal periodo a cui si riferiscono le accuse, F.D.F, 40 anni, e’ stato assolto. Per capire bene la decisione del giudice Renato Poschi bisognera’ attendere la motivazione della sentenza; ad oggi e’ sicuro che la contravvenzione relativa all’installazione delle telecamere e’ caduta in prescrizione, mentre per la violazione della privacy l’imputato e’ stato prosciolto con formula dubitativa.

Secondo Gian Andrea Ronchi, l’avvocato delle due maestre che si erano costituite parte civile, la perizia sulle immagini, assai sfocate, disposta dall’allora pm Flavio Lazzarini non dava la certezza che le donne riprese fossero le due querelanti. E quelle ‘dade’ che invece apparivano in modo molto piu’ chiaro non hanno presentato denuncia (si tratta di reati per cui non si puo’ procedere d’ufficio). Per Mario Parrilli, avvocato dell’imputato, invece, e’ matematico che le due, le uniche a presentare querela fra le maestre, non fossero “destinatarie delle riprese”. Peraltro, spiega, le denuncianti “in poco piu’ di 60 giorni di lavoro per l’asilo hanno presentato 4 esposti e una causa di lavoro”. Poi la causa penale, “in cui avevano chiesto un risarcimento di 15 mia euro a testa”.

Insomma, fa capire Parrilli, erano in dissidio costante con i gestori dell’asilo, di cui lo stesso F.D.F. faceva parte. Per l’assoluzione Parrilli si dice “soddisfatto, mentre nel mio cliente rimane l’amarezza per essere stato sotto schiaffo per cosi’ tanti anni”. Le denunce risalgono al 2009: le due donne spiegarono di essersi accorte della presenza di una webcam nascosta in una scatola di cartone e la Polizia postale trovo’ poi le immagini salvate sul pc dell’imputato. Il nido, dove emersero diverse irregolarita’ nei rapporti di lavoro, e’ chiuso da tempo.

(Fonte Dire)