Graffiti, l’architetto su via Petroni: "Pulizia perfetta"

Pietro Maria Alemagna, che ha coordinato i volontari, smonta le critiche della Soprintendenza. Denunciate gli insulti al decoro, alla pulizia, all’igiene: segnalateci l’orrore del giorno. Mandate le vostre foto a redazione.cronaca@ilcarlino.net

La pulizia dei muri in via Petroni (foto Schicchi)

La pulizia dei muri in via Petroni (foto Schicchi)

Bologna, 1 novembre 2014 - C’è un tecnico molto esperto dietro le quinte dell’operazione-pulizia realizzata dai volontari di via Petroni. Per questo, Pietro Maria Alemagna – architetto, già presidente regionale dell’Istituto nazionale di urbanistica (Inu) e presidente della commissione qualità architettonica del Comune dal 2005 al 2011 – non ha digerito la bocciatura, da parte della Soprintendenza, dell’intervento di rimozione dei graffiti, da lui «organizzato e coordinato». Vi si accusa di avere ignorato le linee guida previste per questi interventi. «Sono ben a conoscenza delle linee guida contro il vandalismo grafico cui la Soprintendenza fa riferimento». In via Petroni 4 avreste usato un colore «totalmente difforme» dall’originale. È così? «Le prescrizioni sui colori riguardano solo edifici d’interesse storico-architettonico. In via Petroni ce n’è uno solo: palazzo Martinetti Rossi, all’incrocio con Piazza Aldrovandi. Ma è il civico 2». E tutti gli altri edifici? «Sono di interesse documentale, come la stragrande maggioranza degli edifici del centro storico». Anche il numero 4? «Anche il numero 4». Come vi siete regolati per il colore al civico 2? «Una premessa: negli anni, i continui vandalismi sul palazzo Martinetti Rossi, lato via Petroni, hanno fatto scempio della parte bassa del muro. E anche la parte alta è ammalorata e sporca». Dunque? «È difficile ritrovare un colore cui fare riferimento sulle varie parti dell’intera facciata». Come vi siete regolati? «Nel dover decidere il tipo di intervento da eseguire, abbiamo deciso di riprendere il colore di quella parte alta meno degradata. Quello che si può presumere essere, se non proprio il colore originale, almeno quello cui potere riferirsi». Non sarebbe stato opportuno effettuare qualche test più approfondito? «Mah, si sarebbe potuto ricorrere a indagini stratigrafiche... Ma ricordo che tutto il lavoro è completamente volontaristico e autofinanziato. E va detto che il lato del civico 2 su via Petroni costituisce un prospetto anonimo e secondario dell’edificio». La Soprintendenza chiede anche «opportune velature» di raccordo fra il colore della parte inferiore dei muri con quello della parte alta. «Le velature, nei casi in cui lo stato dei muri sia molto deteriorato anche in alto, oltre a essere di difficile esecuzione visto il tipo di operatori coinvolti, sarebbero state probabilmente inutili». Come avete operato sugli altri edifici? «Con colori molto simili all’esistente, mantenendo, ove possibile, sul fondo dei portici il colore della facciata soprastante». Avete mai pensato di confrontarvi con dei professionisti? «Ho parlato con alcuni operatori dell’impresa Leonardo, specialisti in restauri. Beh, la stessa difficoltà di trovare il colore cui riferirsi era ampiamente condivisa anche da loro»

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