Il quartiere Santo Stefano: “Troppi disagi, basta manifestazioni in centro”

La protesta ha bloccato per qualche minuto la circolazione in via Garibaldi: "Tuteliamo il nostro patrimonio storico, i residenti, i commercianti e i turisti" FOTO

La protesta del Quartiere Santo Stefano contro le manifestazioni in centro (foto Schichi)

La protesta del Quartiere Santo Stefano contro le manifestazioni in centro (foto Schichi)

Bologna, 25 giugno 2015 - “Basta manifestazioni di qualunque tipo in centro storico che rechino disagio a cittadini e commercianti”. E’ questa la richiesta lanciata, a sindaco e Prefettura, questa mattina dalla presidente del Quartiere Santo Stefano, Ilaria Giorgetti (FOTO) che assieme ad alcuni commercianti e al consigliere Michele Laganà, si sono ritrovati in via Garibaldi, poco distanti dalla Procura, per esprimere la loro contrarietà “a manifestazioni, sit in autorizzati e non, che continuamente si svolgono in città”. Muniti di cartelli (“Basta manifestazioni nel centro storico tuteliamo il nostro patrimonio storico, i residenti, i commercianti e i turisti”), hanno bloccato per qualche minuto la circolazione in via Garibaldi, distribuendo volantini per spiegare le ragioni della protesta.

“Fuori le manifestazioni dal centro storico”, ha rimarcato più volte Giorgetti. “Il centro è il cuore pulsante della città ora svilito a causa di anni di manifestazioni. Le manifestazioni- continua la presidente- portano degrado, poi c’è il danno economico ai commercianti e infine un grande disagio a tutti i cittadini viste anche le chiusure di molte strade”. Da Giorgetti arriva anche la proposta, pienamente condivisa dai suoi, di “una raccolta firme, anche on line”. La scintilla che ha innescato la mobilitazione è stata la manifestazione del 13 giugno scorso “quando- spiega il volantino distribuito- è stata autorizzata la veglia di preghiera del comitato ‘no194’”. Quel giorno, per permettere la preghiera in piazza San Domenico e impedire che i pro-life venissero a contatto con i loro contestatori, il centro cittadino era letteralmente blindado. In quell’occasione “i residenti sono rimasti bloccati nelle loro abitazioni e i commercianti e i pubblici esercizi non hanno avuto clienti per tutta la giornata, con gravi danni economici”.

“Per la manifestazione di sabato 13 giugno non ci hanno nemmeno avvertito“, attacca Laganà. “Ci sono stati dei negozianti che non hanno aperto: per esempio un orefice aveva appuntamenti che sono saltati provocandogli un danno economico. Bisogna percio’ sospendere tutte le manifestazioni di qualunque colore politico specialmente il venerdi’ o il sabato- incalza il consigliere- farle qua o in periferia si ottiene lo stesso risultato”. Il consigliere ribadisce poi che “non è questione di destra o sinistra ma di coscienza civica”.

E’ Giorgetti infine a rimarcare che “chi amministra deve conoscere i bisogni dei suoi cittadini. Alla faccia della città civile e turistica. Io sono pronta a combattere per la tutela del centro storico”. Presente alla protesta anche Giovanni Pomillo proprietario di una parrucchieria per uomo in via Garibaldi: “Questa non è  democrazia ma anarchia. Stare chiusi per una giornata, specialmente il sabato vuol dire pagare e basta. Le istituzioni- continua il commerciante- non devono autorizzare le manifestazioni perché già il centro storico è morto e quindi si lavora poco. Se ci si aggiungono anche la manifestazioni che ci fanno rimanere chiusi è la fine. Poi voglio sapere: chi paga gli straordinari delle Forze dell’ordine che sabato hanno presidiato il centro?”. Giampiero Vincenzi è invece un residente di via Garibaldi che durante la manifestazione non è potuto tornare a casa durante il pomeriggio: “Sono uscito attorno alle 14.30 e gli agenti mi hanno bloccato dicendomi che se uscivo dovevo rimanere fuori almeno fino alle 19. Se avessi avuto bisogno di un’ambulanza, visto che era tutto bloccato, come avrei fatto?”.

Fonte Dire

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