Mercoledì 24 Aprile 2024

Agricoltura, rabbia e allarme per l’Imu sulle coltivazioni

Coldiretti: “Con il criterio altimetrico, disparità di trattamento. Impossibile pagare entro il 26“

Un terreno agricolo

Un terreno agricolo

Bologna, 22 gennaio 2015 - “Migliaia di aziende agricole non riusciranno a rispettare la scadenza della prima rata dell’Imu”, fissata per lunedì prossimo, dopo che la seconda sezione del Tar del Lazio ha deciso di non confermare la sospensiva del decreto che fissa il pagamento per le zone montane appunto entro il 26 gennaio.

A lanciare l’allarme è Coldiretti Emilia-Romagna sottolineando che una scadenza in tempi così ravvicinati “viola il principio della collaborazione sancito dallo Statuto del Contribuente”. Inoltre, il problema di ‘base’ resta: “Far pagare l’Imu sui terreni in base all’altitudine in cui si trova il palazzo comunale introduce una inspiegabile disparità di trattamento tra campi confinanti appartenenti addirittura allo stesso proprietario”. L’applicazione del sistema altimetrico prevede che a pagare siano le aziende il cui palazzo comunale si trova sotto il 280 metri, anche se i terreni sono ad altezze superiori.

In Emilia-Romagna molti Comuni si trovano nel fondo valle e i terreni sono ad altitudini maggiori “e finiranno con il dover pagare l’Imu, mentre il loro vicino è magari esentato perché la casa del Comune si trova ad altezza superiore”, tira dunque le somme Coldiretti.

“L’incoerenza del criterio di calcolo genera tensioni sul territorio e rischia di attenuare l’importanza della positiva scelta di differenziare l’imposta a favore degli agricoltori professionali, coltivatori diretti e imprenditori agricoli iscritti nella relativa gestione previdenziale, che continuano a godere, in zone montane o di collina sopra i 280 metri, della esenzione Imu” aggiunge.

Diventa quindi “indispensabile - conclude Coldiretti - mantenere l’impegno a rivedere anche per il 2014 le evidenti incongruenze nei criteri per la delimitazione dei terreni agricoli in base all’altitudine”. Anche perché si tratta di cifre importanti. Secondo elaborazioni di Coldiretti, infatti, un’azienda di un imprenditore coltivatore diretto con una media di dieci ettari, con colture di seminativi, frutteti, vigneti e bosco, nelle zone collinari e montane dovrà pagare mediamente una Imu di 1.500 euro all’anno. (Fonte Dire)