"Gli occhiali da gioco per i rugbisti? Sono un’invenzione ‘made in Bo’"

Francesco Rambaldi, numero uno della Raleri, specializzata in hi-tech (FOTO - gli occhiali)

Gli occhiali per rugbisti creati dall'azienda bolognese Raleri

Gli occhiali per rugbisti creati dall'azienda bolognese Raleri

Bologna, 18 agosto 2014 - Francesco Rambaldi, bolognese, 41 anni, ingegnere informatico. Segni particolari: «Sono un tipo ostinato». Rambaldi guida la Raleri, piccola azienda di Borgo Panigale che fa la voce grossa nel settore dei prodotti hi-tech per gli sport di velocità. Con una missione chiara: «Risolvere esigenze pratiche». Nel 2008 la prima invenzione: la visiera oscurante per casco da moto. Nel 2014 la ribalta mediatica con i ‘Raleri Goggles’ (FOTO), gli occhiali da gioco per il rugby che l’IRB di Dublino (la Fifa della palla ovale) sta testando per gli atleti con problemi di vista. 

Ingegnere come avete stregato i ‘ministri’ del rugby? «Hanno scelto uno dei nostri prototipi e dopo averlo adattato alle proprie esigenze lo stanno facendo sperimentare a giocatori di tutto il mondo. A fine anno l’IRB si pronuncerà. Per loro si tratterebbe di una rivoluzione epocale: il regolamento del rugby risale all’Ottocento e vieta di indossare materiali rigidi perché la loro filosofia di gioco prevede un confronto fisico ma corretto. Non vogliono sentire la parola ‘protezione’». Quindi come avete aggirato l’ostacolo? «Sviluppando una maschera in policarbonato molto robusta dentro cui vengono montate le lenti da vista. La maschera, analogamente al copricapo usato in mischia, deve poter essere sfilata senza creare problemi al giocatore che la indossa quindi abbiamo progettato un elastico che, tirato con una forza calibrata si deve aprire». Finora che riscontri avete avuto? «Tanti giocatori ci chiedono i nostri occhiali. Grazie ai Raleri Goggles un famoso atleta irlandese infortunato agli occhi (Ian Mc Kinley, ndr) ha potuto ricominciare a giocare ed è diventato un nostro convinto testimonial. Ci ha contattato persino il capitano della Nazionale giapponese che si doveva operare al volto». In quali altri sport avete messo la vostra firma? «Molti campioni della World Series Rally indossano la nostra maschera da cross che monta lenti antigraffio fuori e anticondensa. Siamo forti anche sulla neve: anche la Nazionale italiana di Bob usa i nostri materiali». Qual è il segreto? «Il made in Italy e la nostra forte vocazione per la ricerca. Vengono da noi tutti quelli che vogliono qualcosa di originale. A breve avremo una stampante 3D per fare prototipi». Che sogni ha nel bauletto? «Vorrei che tanta gente indossasse i nostri speciali occhiali da sole in legno e bambù». Intanto come placcate la concorrenza? «Lavoriamo anche come terzisti per avere continuità nelle commesse, ma il nostro prodotto è soprattutto da esportazione. Tocchiamo mercati lontani e siamo una delle poche aziende che vende in Cina. L’italiano vuole la marca straniera, mentre all’estero si vantano di avere i Raleri di Bologna».

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