Premi, la verifica dei saggi costa alla Regione 42mila euro

Sono tre, in comune consulenze con enti pubblici

Pier Giovanni Bresciani, uno dei saggi

Pier Giovanni Bresciani, uno dei saggi

Bologna, 22 agosto 2015 - Non ci sono solo i 350mila euro di premi per i dirigenti ogni anno. La Regione ne spende altri 42mila per valutare se quel sistema, che l’assessore al Bilancio Emma Petitti ha annunciato di voler cambiare dal 2016, funziona o meno. Tanto costa l’Oiv, l’Organismo indipendente di valutazione di viale Aldo Moro: più di 3.500 euro (lordi) al mese per tre saggi, altamente qualificati nel campo delle valutazioni lavorative, che non hanno, però, il compito di entrare nel merito di questi bonus di rendimento. «Ci prendiamo la responsabilità di dire se i parametri usati siano congruenti ed attendibili, ma non potremmo mai giudicare le singole valutazioni», spiega uno dei tre, Pier Giovanni Bresciani, docente universitario e presidente di Siplo, la Società italiana di Psicologia del Lavoro e dell’Organizzazione.

Insieme a Bresciani, nell’Oiv ci sono Enrica Conti e Barbara Mangiacavalli. Ciascuno di loro percepisce una retribuzione annua lorda di 13.950 euro. L’Oiv è stato rinnovato per un altro anno nello scorso febbraio dalla giunta Bonaccini. Tutti e tre hanno curriculum qualificati e un lungo elenco di consulenze con enti pubblici. Bresciani, per esempio, lavora con la Toscana per «lo sviluppo del sistema delle competenze» e la Sardegna come «responsabile scientifico della revisione del Repertorio delle figure professionali». Discorso analogo per la Conti che ha fatto parte delle Oiv di Squinzano e Monteforte Irpino, mentre la Mangiacavalli è da poco diventata presidente nazionale dell’Ipasvi, la federazione nazionale del collegio degli infermieri.

Ma cosa fa l’Organismo indipendente di valutazione? «La nostra – spiega Bresciani – è simile a una certificazione di qualità dei parametri scelti per la valutazione dei dirigenti». A partire «dall’efficacia interna e sul territorio delle loro azioni, così che per la prima volta questo processo è sottratto alla discrezionalità della politica». Peccato, però, che le asticelle di rendimento, pur all’interno di cornici nazionali, siano decise dalla giunta. «Sul merito non possiamo entrare, noi ci limitiamo a validare il sistema e a valutarne i risultati», chiarisce Bresciani: «Ma bisogna riconoscere all’Emilia-Romagna di aver innovato in modo interessante questi parametri, tanto che i dirigenti si sono lamentati perché molto demanding», troppo esigenti. Anche se alla fine, è arrivata l’ennesima pagella eccellente per tutti.

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