Vicolopagliacorta, quando il riciclo diventa un’arte. Guarda le foto

Marco Gambula e Katia Bocchi trasformano le tastiere Apple dismesse e i Lego in monili e oggetti di arredamento

Foto Lorenzo Pedrini

Foto Lorenzo Pedrini

Bologna, 9 febbraio 2016 - Quanti piccoli oggetti che ci sembrano morti potrebbero avere una nuova vita? Alcuni certamente sì, a giudicare dal progetto dello studio ‘Vicolopagliacorta’, ideato da due brillanti gioiellieri del riciclo. Il sardo Marco Gambula e la modenese Katia Bocchi realizzano infatti da diversi anni piccoli monili e altri curiosi oggetti di arredamento, servendosi di tastiere Apple dismesse e dei colorati mattoni della Lego. Orecchini, gemelli e collane dunque, ma anche tavoli, sedie e orologi. GUARDA LE FOTO

I due definiscono la loro attività come un’elegante via di mezzo fra artigianato e design e da sempre puntano sull’originalità e l’auto-produzione. Curano nel dettaglio ogni fase della realizzazione delle loro creazioni, in una catena integralmente autonoma che dall’idea iniziale porta alla produzione, alla promozione e alla vendita. Distribuiscono poi le loro creazioni attraverso una rete di concept-stores specializzati, in Italia e all’estero, e fanno parte a pieno titolo di quei giovani imprenditori che sono riusciti a mettere a frutto un’idea semplice e intelligente. Negli ultimi anni hanno curato la veste grafica del festival riminese ‘It.a.cà’.

Katia ha scelto di raccontarci nel dettaglio quale sia l’anima di ‘Vicolopagliacorta’.

Spiegaci brevemente di cosa vi occupate.

Il nostro punto di forza sono i gioielli. Realizziamo due linee principali di bijoux, recuperando tasti di tastiere dismesse e mattoncini LEGO, ma c’è anche molto altro. Abbiamo concepito infatti serie limitate di oggettistica e, con l’aiuto di artigiani specializzati, realizziamo pezzi unici d’arredamento a partire da nostri disegni. Ci occupiamo anche, saltuariamente, di grafica e comunicazione.

Com’è nata questa idea?

L’intuizione è stata mia. Da amante e conoscitrice della moda e del design, un giorno mi sono imbattuta in alcune tastiere Apple in disuso e ho pensato che i tasti si sarebbero potuti facilmente trasformare in spille. L’intero progetto ha preso vita da qui e, fortunatamente, non si è ancora fermato.

Quale rapporto avete con Bologna?

Bologna ci ha dato spazio, nel vero senso della parola. Cinque anni fa la nostra idea fu premiata nell’ambito del bando ‘IncrediBol’ e noi abbiamo ottenuto in gestione per otto anni la vecchia stamperia d’arte Mauro Leoni, in via Sant’Apollonia, che ora è il nostro studio e laboratorio.

Qual è stato il vostro progetto meglio riuscito?

Il mio collega Marco ama molto la linea di gioielli concepita a partire dai LEGO ma secondo me la nostra cifra è rappresentata dal recupero delle tastiere. I tasti-gioielli sono stati infatti il nostro punto di partenza e la Apple rappresenta una sorta di modello virtuoso di tecnologia votata al design, visione che sposiamo in pieno.

Come vedi il futuro della tua attività?

Negli ultimi sei anni siamo riusciti a fare di questo progetto il nostro lavoro e desideriamo proseguire su questa strada. Speriamo che il nostro marchio possa crescere ancora e vorremmo espandere i nostri orizzonti al di fuori dell’Italia, magari partecipando a fiere ed esposizioni all’estero.

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