Il rock non basta

Bologna, 10 ottobre 2015 - E così il caso-Atlantide è finito. Dopo quasi 16 anni il cassero di porta Santo Stefano è stato sgomberato. Con buona pace di qualcuno non siamo di fronte a un caso di omofobia (Atlantide è un’associazione Lgtb). Ma di ripristino, abbastanza tardivo, della legalità. Se tu non hai diritto di occupare un posto e io ti faccio sgomberare non è una prevaricazione, lì a prevaricare eri tu. Però la vicenda ha avuto un risvolto politico. Come ognuno sa l’assessore alla cultura Alberto Ronchi, che si è schierato con gli occupanti ed ha attaccato la decisione del sindaco, è stato dimissionato dallo stesso sindaco, sia pure «con dolore». E subito, come già era capitato quando l’allora presidente della giunta regionale, Vasco Errani, non confermò Ronchi, ecco il coretto degli intellettuali e dei ribelli alzare il lamento: ma come, fatto fuori il miglior assessore alla Cultura degli ultimi anni? Oh rabbia, oh dolore, oh anatema!

E via con gli elogi del silurato, con le liste di gente tra cui, ne siamo certi, alcuni nemmeno consultati, che si diceva affranta e solidale. Ora c’è qualcosa di strano in questa assemblea di corifei: molti di loro si lamentano perché hanno avuto dei vantaggi, altri sono corsi a offrirgli un aiuto in vista di un grande ritorno politico. Questi ultimi, rappresentanti di un’estrema sinistra di solito divisa e faziosa, ora gli garantiscono posti in future liste, qualcuno straparla addirittura di candidature a sindaco (ma dai!). E lui, Ronchi in persona, attacca duramente il Pd che lo aveva portato in giunta: «Una disgrazia per la città». Strano che se ne sia accorto solo ora. Ma a parte queste cose, che sarebbero ridicole se non fossero squallide, vorremmo dire un paio di cose sulla gestione Ronchi. Per farlo basterà ricordare l’opinione di tanti lavoratori dei musei civici, che sono insorti contro la sua gestione dei musei stessi, contro l’introduzione a forza di privati e contro la pratica esautorazione di chi i musei aveva gestito malgrado la cronica e voluta carenza di risorse, la burocrazia demenziale, le intrusioni, i favori fatti ai soliti noti. 

Per loro l’assessore rock, è stato il peggiore di sempre. Uomo autoritario,con una visione della cultura che al di là del cinema, della musica rock e dell’occhio di riguardo nei confronti dei suoi amici gestori di istituzioni artistiche non è mai andato. Bisognerebbe vedere come è stata accolta la notizia del siluro in molte istituzioni culturali. E bisognerebbe vedere lo scoramento di tanti che si preparavano a scegliere le liste di estrema sinistra alle prossime elezioni quando è arrivata la notizia che Ronchi di quelle liste è diventata la star. Uno che, visto il suo comportamento, la sola sinistra che possa ricordare è quella di Zdanov, il manutengolo di Stalin che uccise quasi la cultura russa.  

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