Lo spettro della Romania sui lavoratori della Saeco E scatta lo sciopero

Gaggio, produzione in calo e cassa integrazione

Lavoratori Saeco

Lavoratori Saeco

Gaggio Montano (Bologna), 18 novembre 2015 - Le sempre più insistenti voci su un possibile ed ulteriore calo di produzione della Philips Saeco di Gaggio Montano, azienda specializzata nella produzione di macchine da caffè, sta destando parecchia preoccupazione nella vallata dell’Alto e Medio Reno. Nei giorni scorsi, i circa 600 lavoratori dell’azienda rilevata nel 2009 dalla multinazionale Philips hanno indetto uno sciopero-protesta davanti ai cancelli con blocco delle attività di carico-scarico da parte dei camion. Ad allarmare gli operai sono state, come detto, alcune voci su una possibile riduzione delle macchine da produrre nel prossimo anno. Come dichiarato dalla Fiom, l’annata 2015 si chiuderà con la produzione di circa 130.000 macchine contro le 400.000 confezionate in uno stabilimento situato in Romania.

I lavoratori temono che per il 2016 la quota di macchine prodotte possa scendere addirittura a 90.000, dato che comporterebbe un ulteriore riduzione di personale. Personale che, da anni, deve inoltre far fronte a parecchia cassa integrazione e alla chiusura di tre capannoni.

«ANCHE per questa settimana, i lavoratori hanno programmato un pacchetto di ore di sciopero (anche ieri i dipendenti hanno scioperato dalle 14 alle 17, ndr) e, nella giornata di oggi, ci saranno diverse assemblee – spiega il sindacalista Fiom, Stefano Zoli –: l’obiettivo di questo stato di agitazione è quello di ottenere al più presto un incontro, ma l’azienda ci ha dato disponibilità solamente per il 26 novembre. Il calo del volume di produzione è notevole e c’è grande preoccupazione per le prospettive dei prossimi anni: quale sarà il futuro di questi lavoratori?».

Intanto, per far luce sulla vicenda, il consigliere regionale di Sel Igor Taruffi ha annunciato che oggi presenterà un’interrogazione con risposta immediata in viale Aldo Moro. «L’acquisizione da parte di Philips nel 2009 era stata accolta con grandi aspettative perché Saeco tornava nelle mani di un partner industriale nonché leader storico del settore piccolo elettrodomestico – spiega Taruffi –: in questi ultimi anni, la proprietà ha invece chiuso tre capannoni, affittato a terzi un ramo d’azienda ed ha fatto ricorso massicciamente alla cassa integrazione. La situazione è a dir poco preoccupante – chiude il consigliere – e, per questo, ho deciso di interrogare l’assessore alle Attività Produttive Palma Costi per capire quali iniziative intenda assumere per salvaguardare l’occupazione e la capacità produttiva del più importante stabilimento produttivo dell’alta e media valle del Reno».

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