Colata di Idice, il terreno pagato a peso d'oro

San Lazzaro, avvertimenti al sindaco Isabella Conti per aver fermato un piano edilizio. In settimana il via delle audizioni in Procura

Isabella Conti in Comune (foto Schicchi)

Isabella Conti in Comune (foto Schicchi)

Bologna, 4 gennaio 2015 - C’era una volta il partito delle cooperative. L’idillio rosso che correva lungo l’intera via Emilia, dove politica e rispettivo braccio economico governavano a braccetto, ora pare oscurato. Va da sé che l’affrancamento totale della politica dalle coop (e viceversa) è ben al di là da venire. Ma l’intera vicenda della ‘colata’ di San Lazzaro e quel banale ma rivoluzionario ‘no’ del sindaco Isabella Conti hanno squarciato il velo di Maya: non si procede più completamente in sintonia.

Partiamo da un dato di fatto: al tesoriere del Pd bolognese Carlo Castelli non risultano versamenti di Legacoop negli ultimi tre anni di gestione delle casse del partito. «Non c’è più cinghia di trasmissione tra i due mondi – commenta – e questo già da 15 anni». Nessun rimborso elettorale, nessun finanziamento mirato a progetti politici del partito. «L’unico contribuente di quel mondo è stato Luciano Sita, l’ex assessore di Delbono ed ex numero uno della Granarolo, che ha fatto un crowdfounding di mille euro». 

Sarà una banalità, ma non lo era anni fa, quando la Lega e le cooperative aiutavano il partito (Pci-Pds-Ds) in fase elettorale. «Non so se il nuovo mondo sia meglio di quello vecchio», commenta perplesso Castelli. Ma intanto ciò che è successo a San Lazzaro è inedito: che un sindaco del Pd vada allo scontro totale con il colosso cooperativo non ha precedenti in questo territorio.  Eppure qualche rapporto tra i due mondi persiste ancora, soprattutto a Bologna. Nel partito esiste una frizione tra una corrente di sinistra che non ha un dialogo diretto con le coop e che fa riferimento all’area Cuperlo (spesso prevalente nei ruoli chiave) e una, invece, nata agli albori della candidatura di Virginio Merola come sindaco.

Quella corrente, ora confluita dentro i cosiddetti ‘+Dem’, vede una serie di nomi di amministratori locali che, in un qualche modo, provengono dal mondo cooperative. I due più conosciuti sono quelli di Matteo Lepore, attuale assessore e braccio destro del sindaco, e Simone Gamberini, ex sindaco di Casalecchio e ora tornato nell’alveo delle cooperative. Il paradosso è che anche Isabella Conti viene posizionata, nella mappa locale del Pd, all’interno dei ‘+Dem’. È evidente quindi che esista una schizofrenia nel rapporto tra politica e cooperativa, che a San Lazzaro finirà addirittura a carte bollate. 

Ma anche a livello regionale i rapporti ci sono, eccome: almeno un assessore della nuova giunta di Stefano Bonaccini è rappresentante delle coop. Si tratta di Simona Caselli, ex presidente di Legacoop Emilia-Ovest (Piacenza, Parma e Reggio Emilia). Così come pare sia stato il triangolo Università-Cooperative e sindaco di Bologna a portare alla scelta di Sergio Venturi come assessore alla Sanità. Il filo rosso resiste, insomma, ma è sempre più sottile.