Sanità, l’Aids è in calo ma non bisogna abbassare la guardia

Trecento casi nel 2013, il 20% delle donne infette lo scopre quando è incinta

Foto generica di medici

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Bologna, 26 novembre 2014 - Continuano a diminuire i nuovi casi di infezione da Hiv in Emilia-Romagna. Ma l’attenzione resta alta, perché “la lotta all’Aids non è affatto finita”. La Regione ha stanziato 2,5 milioni di euro per la formazione degli operatori sanitari e per una nuova campagna di informazione (“Proteggersi sempre. Discriminare mai”), che sarà lanciata lunedì prossimo, primo dicembre, in occasione della Giornata mondiale per la lotta all’Aids. Uno slogan ideato appunto per contrastare la sottovalutazione del rischio e, allo stesso tempo, il pregiudizio verso chi è sieropositivo. Nel 2013, in Emilia-Romagna le nuove diagnosi di infezione da Hiv sono state 300, pari a 6,7 casi ogni 100.000 abitanti, con un calo costante rispetto agli anni precedenti: 365 nel 2012; 361 nel 2011; 389 nel 2010. Solo per un quarto delle diagnosi, però, il test è stato effettuato perché la persona si è resa conto di avere tenuto comportamenti a rischio (23,8%).

Inoltre, la modalità di trasmissione del virus è ormai quasi esclusivamente sessuale (88% nel 2013) e il 54,4% è dovuta a rapporti eterosessuali non protetti (31,7% omosessuali o bisessuali). Una persona su due scopre di avere contratto l’infezione quando è già in uno stadio avanzato della sieropositività o addirittura quando è già malata di Aids.

In altre parole, c’è ancora poca consapevolezza tra le persone sul fatto che una diagnosi tardiva non permette di accedere in tempo alle terapie antiretrovirali, riducendone l’efficacia. Nella maggiore parte dei casi, chi scopre di essere sieropositivo è un maschio (73%) italiano (71%), di età fra i 30 e i 39 anni (33,5%). Tra le donne, la fascia di età con più diagnosi risulta più bassa rispetto ai maschi: 20-29 anni.

Il 20% delle donne con Hiv ha scoperto di essere sieropositiva in occasione dei controlli per la gravidanza (erano il 18,8%). La Regione Emilia-Romagna ha quindi stanziato un milione di euro per finanziare, il prossimo anno, la formazione di medici, infermieri e personale ausiliari di ospedali, poliambulatori e carceri, anche sui temi dello stigma e della discriminazione. Altri 1,5 milioni di euro sono invece destinati alle attività informative ed educative svolte dalle Ausl nei confronti di giovani e donne migranti e sostenere progetti come il Numero verde regionale Aids (gestito dall’Ausl di Bologna) e il sito Helpaids, che offre consulenze anche in anonimato ed è gestito dalle aziende sanitarie di Modena.

La campagna regionale di informazione quest’anno si dedica in particolare al tema del pregiudizio verso chi è sieropositivo o malato di Aids. “L’obiettivo- spiega la Regione in una nota- è ricordare che la discriminazione esiste ed è determinata solo da ignoranza”. Senza dimenticare, però, che il rischio non va sottovalutato: “Oggi c’è una cura, ma la lotta all’Aids non è affatto finita”; “Non arrenderti al caso, nemmeno alla paura. Usa il profilattico e fai subito il test”, sono solo alcuni degli slogan della campagna. Fino al 7 dicembre, per la Giornata mondiale contro l’Aids, sarà diffuso uno spot radio sulle principali emittenti dell’Emilia-Romagna e sarà distribuito un manifesto nelle sedi delle aziende sanitarie e nelle farmacie.