Sanità, 3.185 bimbi nati in provetta al Sant’Orsola

Il centro Infertilità e procreazione medicalmente assistita (Pma) compie 25 anni

Neonati all’ospedale (foto archivio)

Neonati all’ospedale (foto archivio)

Bologna, 28 marzo 2015 - Compie 25 anni il centro Infertilità e procreazione medicalmente assistita (Pma) del policlinico Sant’Orsola: un quarto di secolo all’insegna di un’attività che ha permesso la nascita, complessivamente, di 3.185 bambini e bambine. E’ il dato fornito dal Policlinico che oggi ha festeggiato il centro, con il convegno “Storie di fertilità”.

La struttura, ricorda il Sant’Orsola in una nota, “ha aperto i battenti nel 1990. Nel 1997 è nato qui il primo bambino da ovocita congelato. Ma il lavoro da allora non si è mai fermato e ha prodotto primati su primati”. Nel 1998 “il nostro centro è stato il primo- sottolinea la responsabile della struttura, Eleonora Porcu- a registrare la nascita di un bimbo da due gameti congelati e nel 1999 il primo da ovocita congelato e spermatozoo prelevato direttamente dal testicolo, una tecnica particolarmente efficace in caso di grave aspermia. Il centro è stato inoltre quello che in Italia ha registrato la nascita da un embrione congelato da più tempo, ben 11 anni”. La frontiera, oggi, “è il reimpianto di tessuto ovarico congelato, per ridare una chance o almeno una migliore qualità della vita- continua la nota del Sant’Orsola- alle pazienti oncologiche che a seguito della terapia vanno incontro a una menopausa precoce”. Grazie ai risultati raggiunti “siete diventati uno dei centri all’attenzione mondiale, un punto di riferimento in Italia su cui puntiamo e che potrà dare ancora moltissimo in tema di ricerca e innovazione al Sistema sanitario nazionale”, commenta il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nel video-saluto inviato al convegno. “Le due sfide che ci attendono- spiega il direttore generale del Policlinico, Mario Cavalli- riguardano la fecondazione eterologa, finalmente possibile anche nel nostro Paese, per la quale ci sono ancora molti nodi da sciogliere per arrivare a un percorso snello ed efficace, e la ristrutturazione degli stabili dell’area ostetrico-ginecologica, compresa ovviamente la procreazione medicalmente assistita”.

Inoltre, una delle frontiere su cui il centro è oggi impegnato è l’attivita’ a favore delle pazienti oncologiche. Le cure chemio e radioterapiche possono portare, infatti, a una menopausa precoce. Per questo, da oltre 15 anni è stato avviato il congelamento degli ovociti prelevati da donne che dovevano iniziare questo tipo di cure e che volevano conservare la possibilità, superata la malattia, di avere figli: “Nel 2007 la prima nascita al mondo da una donna che aveva congelato gli ovuli prima di diventare sterile a causa del cancro. Una nascita a cui ne sono seguite altre quattro in questi anni al Sant’Orsola”, spiega la nota. A volte, però, per la patologia di cui soffre la donna è controindicato procedere con la stimolazione ovarica preliminare al prelievo e al congelamento degli ovociti. In questi casi si procede con il prelievo e il successivo congelamento del tessuto ovarico. In Italia Sant’Orsola è il centro ad aver eseguito il maggiore numero di prelievi e congelamenti di tessuto ovarico: 484, più del triplo rispetto al secondo centro italiano. “Questa metodica - spiega Porcu- è potenzialmente utile non solo a fini riproduttivi. Il reimpianto del tessuto ovarico puo’ servire anche soltanto per far regredire una menopausa troppo precoce causata dalle cure o, se effettuata in una paziente che si era ammalata prima dell’avvio dell’inizio dell’età puberale, a innescarla”.

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