Sanità, Venturi: "Visite ed esami anche la domenica"

Il piano dell’assessore regionale pronto il 20 luglio: "Stop alle scorciatoie a pagamento". Via dopo l’estate

Pronto soccorso

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Bologna, 9 luglio 2015 - La rivoluzione copernicana della sanità prende forma il 20 luglio. Tre mosse nel piano che verrà presentato dal governatore Stefano Bonaccini e dell’assessore Sergio Venturi: visite ed esami anche la domenica; più spazio ai privati per ridurre la mobilità verso altre regioni (il caso Monselice insegna); stretta drastica sulla libera professione, quando i tempi fra ‘mutua’ e attività a ‘pagamento’ siano troppo sproprozionati. Il presidente della Regione fissa i tempi (fine estate) e garantisce: «Ridurremo le liste d’attesa, che in alcune prestazioni sanitarie sono troppo lunghe».

E’ il compimento di un articolato percorso iniziato durante la campagna elettorale del governatore: alla promessa di aprire gli ambulatori nel weekend era seguito il trionfo alle urne, poi la scelta dell’ex dg del Sant’Orsola per la poltrona più delicata («Sulla sanità mi gioco tutto», disse ‘Bonimba’), infine l’avvio dei primi esami al sabato e i risultati a singhiozzo delle aperture serali per esami e diagnostica. Così, di annuncio in annuncio, si arriva a oggi, con un’intervista del governatore a Nettuno Tv (Canale 99) che anticipa la scelta di aprire «diversi luoghi la domenica». Già succede, ad esempio all’ospedale Maggiore di Bologna e al policlinico Sant’Orsola-Malpighi, per risonanze e tac. Accadrà da fine agosto anche per oculistica, allergologia, dermatologia: tutti i settori specialistici per cui si renda necessario.

«Se estendiamo il numero di ore e giorni in cui farsi visitare ci sarà riduzione dei tempi di attesa. Certo, occorrerà pagare di più in alcune ore i professionisti, se questo prevedono i contratti – ragiona Bonaccini –. E si può anche affinare il rapporto pubblico-privato». Qui entra nel pieno il documento stilato da Venturi. Nel piano dell’assessore, che il Carlino può anticipare, si prevede proprio sul privato accreditato un incremento netto delle attività: si recupererà la mobilità con tariffe differenziate e un aumento di volumi e convenzioni.

Il vero colpo di scena però riguarda la libera professione: con un provvedimento che in realtà riprende una norma ora sostanzialmente ignorata, si sbricioleranno tutte le ‘scorciatoie’ a pagamento. La libera professione all’interno dei reparti verrà di fatto sospesa dove si riscontri una divergenza notevole nei tempi d’attesa fra l’attività a pagamento e quella ‘normale’. Oggi succede infatti che, pagando, per alcune prestazioni si possa accedere a un esame in ospedale in pochi giorni, proprio mentre lo stesso esame, fatto nello stesso ospedale e con gli stessi professionisti, ma prenotato attraverso la ‘mutua’, sia disponibile solo dopo lunghi periodi di attesa. Una grande disparità di trattamento, ovviamente, per chi i soldi non li ha. Ecco perché il piano prevederà, in sintesi, un periodo di recupero (successivo allo stop della libera professione) finché non si sia eroso l’odioso gap.

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