Il traghetto ‘sparisce’. "Odissea per tornare dalla Sardegna"

Consorzio navale sotto accusa

Le lunghe code che si sono create per trovare una nave alternativa per il rientro

Le lunghe code che si sono create per trovare una nave alternativa per il rientro

Bologna, 30 agosto 2014 - SONO certamente più di un centinaio i bolognesi in vacanza in Sardegna lasciati a terra dal forfatit del consorzio GoInSardinia che ha costretto migliaia di vacanzieri alla ricerca spasmodica di una nave alternativa per rientrare regolarmente a casa. In mancanza di dati ufficiali la stima, in difetto, la fa Astorre Legnani, tour operator My Sun Sea leader regionale per i soggiorni vacanza nell’isola: «Per ragioni di affidabilità noi non abbiamo prenotato con questo vettore. Oggi purtroppo i fatti ci danno ragione, anche se i prezzi più bassi di GoInSardinia ci hanno fatto perdere diversi clienti — ammette Legnani —. Ieri ho ricevuto tante telefonate di clienti pentiti e in difficoltà. Era il grande rientro e di bolognesi ce ne sono tanti. Dalla Prefettura ci hanno chiesto di mettere a disposizione posti letto, e dispiace vedere queste situazioni, con amici e clienti che nei fatti devono pagare due volte il viaggio, e magari si rovinano gli ultimi giorni di vacanza».  È QUELLO che è capitato a Luna Bavieri, giovane mamma di Ponte Ronca, che appena ha avuto sentore della situazione ha lasciato l’ombrellone e la spiaggia per trovare una soluzione alternativa: «Avevo prenotato in luglio un andata e ritorno a circa 450 euro. Più che per una questione di prezzo per la comodità del viaggio in notturna con cuccetta per Piombino. Mio marito è rientrato per lavoro una settimana fa e se sapevo così saremmo tornate anche noi», racconta Luna, che ha voluto restare gli ultimi giorni nella sua casa assieme alla figlia quattordicenne. Scelta sfortunata. «Avevamo avuto problemi di ritardi di diverse ore anche all’andata. Ma poi si era arrivati — racconta —. Qualche timore c’era, ma la certezza dell’annullamento del viaggio di ritorno l’ho avuta solo ieri a mezzanotte quando ho ricevuto un sms che dava la notizia insieme all’indirizzo di posta elettronica al quale fare capo per il rimborso…semmai ci sarà».  IL MATTINO di buona ora era già in sala d’aspetto in coda per cercare un biglietto per il ritorno: «Una cosa da girone infernale, ogni ora il prezzo aumentava e i posti calavano. La gente inviperita. Alla fine ce l’ho fatta: con 475 euro ho un biglietto Moby per rientrare in continente in tempo per tornare a lavorare lunedì mattina…». Oltre al danno economico il finale di vacanza rovinato e la brutta sensazione di essere scaricati da tutti: «Abbiamo telefonato a Prefettura, Capitaneria di Porto, Regione. Tutti a lavarsene le mani: ‘è il problema di un privato’ a dire in coro. Ma qui ci sono migliaia di persone in difficoltà, tanti fermi sul molo con bambini. Non si fa così!» commenta amareggiata. 

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