Scontro tra Tornado, appello per la sicurezza da Casalecchio: "Nulla è cambiato dopo la strage al Salvemini"

Parlano il sindaco e l'Associazione familiari vittime dell'istituto Salvemini su cui nel 1990 si schiantò un jet militare

Nel 1990 un jet militare si schiantò contro l'istituto Salvemini a Casalecchio (foto Mele)

Nel 1990 un jet militare si schiantò contro l'istituto Salvemini a Casalecchio (foto Mele)

Casalecchio (Bologna), 22 agosto 2014 - Dopo lo scontro in volo tra i due Tornado precipitati, martedi' scorso, nell'entroterra di Ascoli Piceno, la comunita' di Casalecchio di Reno ha rivissuto la tragedia del 6 dicembre 1990 quando un jet militare si schianto' su una scuola nel comune alle porte di Bologna causando la morte di 12 studenti dell'Istituto Salvemini ed il ferimento di altri 80 ragazzi e ragazze.

"E' stata una tragedia - ha dichiarato il sindaco di Casalecchio, Massimo Bosso - che ha segnato per sempre la storia della nostra comunita' ed ancora oggi, a 24 anni di distanza, dobbiamo purtroppo registrare che la sicurezza delle esercitazioni militari non ha fatto sostanziali passi avanti".

"Abbiamo chiesto - ha sottolineato il primo cittadino - che non si svolgessero mai piu' esercitazioni sui cieli delle citta', ma ci pare che queste norme non siano ancora adeguate e che la 'fatalita'' sia ancora un rischio troppo oneroso sopra le nostre teste". Sulla stessa linea l'Associazione familiari vittime del Salvemini che ritiene "sconcertante doversi rassegnare all'idea che neppure la nostra tragedia sia servita a scongiurarne altre".

"La fatalita' - ha detto Gianni Devani, portavoce dell'Associazione - e' un colpevole sempre a piede libero e quindi sempre in grado di colpire: non puo' essere una giustificazione. Il guasto, l'errore umano, l'imprevisto - ha sottolineato il rappresentante dei familiari delle vittime della strage del Salvemini - possono essere contenuti se, comunque, le manovre avvengono su aree veramente disabitate e usando procedure che abbiano l'incolumita' come primo obiettivo".

 

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