Reno in secca, l’allarme dei coltivatori: "Se non piove danni notevoli"

Livelli di acqua sempre più bassi

Bologna, la secca del fiume Reno (Foto Mele)

Bologna, la secca del fiume Reno (Foto Mele)

Bologna, 1° agosto 2015 - L’allarme lanciato dal Servizio tecnico del bacino del Reno preoccupa gli agricoltori dei comuni delle valli del Reno, Lavino e Samoggia. «La pioggerellina di ieri – afferma Claudio Cervellati, funzionario Coldiretti della zona Bazzanese – ha aiutato, ma ce ne vogliono delle altre. Se continua il caldo delle settimane scorse e previsto per le prossime, sono a rischio il secondo ciclo di piante dell’orticultura e gli impianti dei nuovi frutteti. I giovani alberi di ciliegie o susine, messi a dimora 2-3 anni fa, con il caldo stanno soffocando. Le piantine di zucchine, melanzane e pomodori stentano a crescere con il clima secco che ci siamo trovati ad affrontare. Lo stesso terzo taglio dell’erba medica forse non potrà essere effettuato. Le piantine sono degli esili stecchi».

Sta solo meglio chi ha un invaso d’acqua nei propri poderi, o un pozzo. «Confesso – afferma Barbara Bertuzzi, portavoce di Confagricoltura – che la maggior parte di nostri soci nè dotata e finora non ha denunciato situazioni critiche». Carlo Gaggioli, storico viticoltore di Zola Predosa, è preoccupato. «Le piante di vigna – rivela – che stanno più a valle, attorno ai fabbricati dell’azienda, per la verità non soffrono molto. Ma in quelle che stanno sul «Mucchio», sulle colline, più esposte al sole, la vegetazione è ferma. Potremmo attivare l’irrigazione ‘di soccorso’, prevista in questi casi critici, ma qui non abbiamo pozzi, invasi o un rio che ci possa portare dell’acqua. E nei giorni scorsi abbiamo avuto notti calde, ma asciutte. Non c’era quella ‘guazza’, quella brina che aiutava le piante. Una po’ di pioggia ci vuole nelle prossime settimane per mantenere il bel prodotto che abbiamo sulle piante».

Il settore Ambiente del Comune di Casalecchio tiene sotto controllo la situazione. «Per ora – affermano i funzionari – il flusso dell’acqua è buono. Nelle prossime settimane, in base al numero di giornate africane che si avranno, provvederemo o meno alle limitazioni». Finora nessuna limitazione hanno avuto i conduttori degli orti comunali. «Abbiamo potuto innaffiare liberamente le nostre colture – racconta Renzo Tedeschi, presidente dell’associazione di volontariato Lungo Reno-Tripoli che gestisce anche gli orti di parco Masetti – anche se poi i nostri consumi sono limitati. Appena 25-30 euro di spesa d’acqua l’anno per ogni orto. Ci atteniamo agli orari prescritti dal Comune, ossia la sera dopo le otto o la mattina presto».

Anche un pescatore incallito come Luigi Bersani, ex chef dell’albergo Pedretti, non rinuncia a buttare l’amo tutti pomeriggi dalla sua postazione al Lido di Casalecchio. «È vero, il Reno si è un po’ ritirato – afferma – ma ci sono stati degli anni con delle secche peggiori. Si pesca delle acquadelle e basta».

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