“Ma quali anarco-insurrezionalisti? Il Fuoriluogo è un circolo culturale”

La conclusione dei giudici che il 31 marzo scorso hanno assolto i 21 imputati. Frecciate ai pm nella motivazione: “Sono incorsi in un errore di prospettiva”

Bologna, manifestazione degli anarchici (Foto di repertorio)

Bologna, manifestazione degli anarchici (Foto di repertorio)

Bologna, 24 settembre 2014 - Gli attivisti del circolo Fuoriluogo non sarebbero paragonabili per pericolosità agli anarco-insurrezionalisti o ai black block. Quindi, i pm sono incorsi in un “errore di prospettiva”. E' una delle conclusioni cui sono arrivati i giudici del collegio del tribunale di Bologna, che il 31 marzo ha assolto perché il fatto non sussiste tutti e 21 gli anarchici imputati.

Scrivono i giudici (presidente Rita Zaccariello) in un passaggio delle 171 pagine di motivazioni: "Gli inquirenti, determinati a perseguire una fenomenologia correlata ad un determinato tipo di autore collettivo - i 'luddisti' o gli 'squatter' o gli 'anarco-insurrezionalisti' o i 'black block'" - hanno "trascurato di soppesare adeguatamente l'esito invero modesto delle risultanze acquisite nel corso delle indagini, rispetto a questi modelli di riferimento".

Ed è perciò che si registra "una sconnessione insanabile tra la grave entità dei fatti di cui risulta si siano resi artefici gruppi anarco-insurrezionalisti - per quanto emerge dalla recente cronaca giudiziaria - e la modesta offensività concreta dei fatti materia di questo processo".

Agli anarchici era contestata un'associazione a delinquere per compiere, tra il 2006 e il 2011, una serie di reati come violenza privata, minacce, imbrattamenti, resistenza a pubblico ufficiale, con l'aggravante (poi caduta nella requisitoria del Pm Morena Plazzi) di averlo fatto allo scopo di turbare e mettere in pericolo l'ordine e la sicurezza pubblica.

Oltre ad insistere sulla "lacuna" rappresentata dal non aver contestato i vari 'reati fine', il tribunale ha rilevato come "gli episodi delittuosi da cui dovrebbe desumersi con assoluta certezza la sussistenza di un vincolo soggettivo delinquenziale tendenzialmente permanente tra gli associati si riducono a ben poca cosa. Per quanto è stato possibile accertare in questa sede, le vicende criminose in cui è possibile affermare con fondamento il coinvolgimento di alcuni tra gli imputati si riducono a pochissimi episodi, diluiti nel corso di oltre quattro anni".

Inoltre, nel materiale sequestrato, "non è compreso alcuno scritto che abbia contenuto di programmazione o, tantomeno, pianificazione criminosa". L'esito dell'attività di intercettazione telefonica e ambientale "è di scarsissima rilevanza": "Raramente - osservano i giudici - accade di leggere trascrizioni di così scarsa rilevanza probatoria". Ugualmente "assolutamente modesta" è la qualità del materiale sequestrato nelle perquisizioni. Solo in due casi, poi, è emersa un'attività preordinata. E neppure ha trovato riscontro l'ipotesi investigativa per cui il gruppo "sia costituito da anarco-insurrezionalisti".

Nè ha quindi fondamento la rappresentazione per cui il Fuoriluogo fosse circolo o 'covo' di anarco-insurrezionalisti: "Già in fase di indagine - si legge nelle motivazioni - è apparso palese che il centro spazio di documentazione Fuoriluogo svolgesse una serie di attività latu sensu politico-culturali, quindi costituisse, sotto tale profilo, espressione del diritto di associarsi tra piu' persone per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale, diritto espressamente tutelato dall'art.18 della Costituzione".

In sostanza, per i giudici, c'è stato un "inquadramento concettualmente erroneo della materia oggetto di indagine, da cui sono derivate vere e proprie oscillazioni nella ricostruzione dei fatti proposta dall'accusa e, più in generale, un'assoluta carenza di prova in ordine agli elementi costitutivi dell'associazione per delinquere ipotizzata".

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