Si accettano solo bambini ‘normali’: il cartello all’Istituto Salesiani diventa virale

Sul web l’indignazione di un papà a Bologna: “Ma per voi cosa vuol dire normale?’’ Le scuse immediate dei Salesiani: ‘‘Cartello equivoco. Intendevamo collaborativi’’

Il cartello in questione, pubblicato da Saverio Tommasi sul sito www.fanpage.it

Il cartello in questione, pubblicato da Saverio Tommasi sul sito www.fanpage.it

Bologna, 4 giugno 2015 - È una battaglia-lampo quella combattuta e vinta stamattina da Saverio Tommasi, attore, blogger e papà di Caterina, una bambina speciale, come ama dire lui. A scatenare la sua rabbia è un cartello, apparso nella bacheca interna della scuola superiore dell’Istituto Salesiano ‘Beata Vergine di San Luca’ di via Jacopo della Quercia, per promuovere le attività della educative e ricreative della scuola.

La parte finale del cartello, soprattutto, è inequivocabile. Dice: “Possono iscriversi anche gli allievi di altre scuole, purché siano ‘normali’ e previo colloquio’’, firmato don Luca. Ma normali in che senso? Il papà indignato, pubblica un post sul sito Fanpage.it, per il quale collabora. Scrive: “Caro istituto Salesiano, sono Saverio, il babbo di Caterina. Ma sarei potuto essere il papà di Giulia, Marco, Sofia, Carolina, Gabriele, Lucia e tantissimi altri. Sono il papà di una bambina speciale, quella che nei vostri centri estivi non prenderete perché l’avete selezionata come ‘non normale’. Vi scrivo perché ho tanti altri amici ‘non normali’ e vorrei chiedervi con precisione cosa intendete per ‘non normale’.

Il post diventa virale, fa il giro del web (quasi 15mila condivizioni e centinaia di commenti) e cavalca l’indignazione in poche ore. Finché il direttore dell’Istituto Salesiani non prende carta e penna per scrivere a Tommasi, ammettendo ‘l’equivocabilità del cartello’. Lo stesso don Luca, autore del messaggio, scrive al papà in questione per dire che l’intenzione era coinvolgere ragazzi e ragazze aggregativi, collaborativi, positivi e non difficili. Ma “il volantino, che io stesso ho esposto in una delle bacheche del nostro Istituto, si presta effettivamente ad interpretazioni che sono quanto di più lontano ci possa essere dalla nostra scelta di vita, tutta consacrata al bene dei giovani. Le basti solo sapere che proprio in questo Istituto, sono attualmente iscritti una decina di ragazzi e ragazze con certificazione di disabilità’’.

Tommasi accetta le scuse e in serata scrive sul suo profilo Facebook: “Io non so se ha detto la verità oppure no. Soprattutto penso che non sia rilevante. La questione è l’approccio alla differenza, indipendentemente dall’età e dalla mansione richiesta, che sia quella richiesta a un bambino nel gioco o a un ragazzo nell’animazione. Sono felice di aver raccontato questa storia perché i paletti vanno messi, e non tutto può passare ‘come se niente fosse’’’.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro