I sindacati non devono far politica

Beppe Boni

Beppe Boni

Bologna, 21 settembre 2014 - Da sempre i nostri sindacati difendono i diritti dei lavoratori, o meglio dei loro iscritti. Però non hanno mai difeso i diritti di chi non lavora, di chi è precario o di chi è rimasto disoccupato. Ogni mese chi lavora ed è iscritto, verso una quota del salario al sindacato e quindi va tutelato. Gli altri, i disoccupati, sono solo carne da macello.

Gianluca Gori, Ravenna

Risponde il vicedirettore del Resto del Carlino Beppe Boni

 

I SINDACATI, soprattutto la Cgil, spesso si dedicano ad altro: fanno politica e alzano barriere ideologiche contro le novità e il mondo che cambia. Ne sa qualcosa, come si vede dalle cronache, il premier Matteo Renzi che si trova di fronte al muro della Cgil sull’articolo 18 mentre Uil e Cisl cominciano a smarcarsi da atteggiamenti rigidi. E sul braccio di ferro con la Cgil Renzi si trova anche a fare i conti con un partito spaccato, tanto che proprio ieri alla minoranza Pd ha lanciato un avvertimento: cascate male, sulla riforma del lavoro vado avanti. Proprio in questo momento il sindacato dovrebbe dimostrare il buonsenso di ragionare sui temi del lavoro tenendo presente che il mondo ad esso legato sta cambiando radicalmente. Per far ciò bisogna lasciar perdere i condizionamenti dell’ideologia.

beppe.boni@ilcarlino.net

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