Sparito in Bolognina, la sorella: "Indagate sui testamenti"

Susanna Carabellò, sorella di Biagio, ha trovato in un cassetto il documento con le ultime volontà dell’ex fidanzata dell’uomo, ma ne è stato presentato uno diverso

L’avvocato Barbara Iannuccelli, legale della famiglia Carabellò

L’avvocato Barbara Iannuccelli, legale della famiglia Carabellò

Bologna, 29 aprile 2016 – «Quando il mese scorso ho trovato la fotocopia del testamento di Elisabetta mi sono allarmata. Mi sono domandata perché Biagio lo avesse lasciato nel comodino di fianco al letto, un posto dove uno poteva vederlo facilmente. Mi è sembrato quasi come se volesse spingermi a trovarlo, per indagare su quel documento». Susanna Carabellò, sorella di Biagio Carabellò, racconta così il ritrovamento del testamento scritto nel 2009 da Elisabetta Filippini, morta dopo una lunga malattia il 30 giugno del 2010, compagna del 46enne a cui in un primo momento aveva lasciato parte della sua eredità. Il testamento sarebbe stato poi modificato dalla stessa Filippini, pochi giorni prima di morire, in favore di Simona Volpe, la donna che l’ha assistita nell’ultimo mese di vita e amica di Carabellò.

Signora Carabellò, come mai la copia di quel testamento è stata ritrovata solo dopo cinque mesi dalla scomparsa di suo fratello?

«Sono andata a casa sua diverse volte e cercavo una lettera indirizzata a me. Non ho mai pensato di aprire tutti i documenti che trovavo, per rispetto di mio fratello. Dopo quattro mesi, però, l’ho fatto e in una busta bianca ho trovato il testamento».

Cosa ha pensato quando lo ha letto?

«Quando mio fratello ha tentato il suicidio, sei mesi dopo la morte della compagna, aveva allegato il testamento originale a una lettera indirizzata alla sua amica Simona, chiedendole di bruciarlo. Quando ho trovato questa copia mi sono domandata perché ne avesse conservato un duplicato. Forse non era convinto di quello che aveva fatto».

Crede che il testamento possa essere legato alla scomparsa di suo fratello?

«Non è detto che questo sia il motivo per cui mio fratello è scomparso. Il fatto che abbia lasciato il testamento in quel cassetto, però, sembra quasi un invito a trovarlo per farci indagare su quel documento».

Prima di quel 23 novembre, suo fratello era tranquillo o c’era qualcosa che lo turbava?

«Nell’ultimo periodo mio fratello non aveva dato segni che ci fossero dei problemi, anzi, era tornato a essere come una volta: con dei progetti, pieno di vita».

Intanto le ricerche non hanno dato risultati e in pochi dicono di averlo visto quella mattina del 23 novembre.

«Via Tiarini è popolatissima, come tutta la Bolognina: è assurdo che in pochi sappiano qualcosa. Mio fratello non era il tipo da andare via di casa così senza dire nulla».

Quindi, che cosa pensa?

«O è stato caricato in macchina da qualcuno di cui si fidava, oppure non lo so nemmeno io. Comincio ad avere seriamente paura che qualcuno gli abbia potuto fare del male».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro