Spacciatore si getta nel Reno per sfuggire alla polizia

Bologna, 23 luglio 2016 - Il fiume davanti, la polizia dietro. Il pusher tunisino ha tentato la strada che pensava più ‘sicura’ e si è tuffato nel Reno. Non è stato però visto riemergere sull’altra sponda. Sono andate avanti per tutta la sera, lungo il Reno in prossimità del parco di via della Guardia, le ricerche di uno spacciatore, piuttosto conosciuto non solo dalle forze dell’ordine, ma anche dai residenti di Borgo Panigale, perché di solito esercità la sua ‘professione’ proprio nel parco.

Erano circa le 18,30 quando una pattuglia della polizia, in servizio antidroga nella zona, ha visto il pusher trattare con un altro uomo, un campano, probabilmente un acquirente, e si è avvicinata. I due, alla vista degli agenti, sono fuggiti. L’italiano è stato raggiunto subito. L’altro, invece, si è allontanato in direzione del fiume.

Nella scelta tra il farsi prendere e la possibilità di annegare nelle acque insidiose del Reno, il tunisino ha scelto la seconda via. Ma, una volta in acqua, non è stato più visto. Gli agenti hanno perlustrato tutta la zona, chiedendo l’intervento anche del 118 e dei sommozzatori dei vigili del fuoco. La ricerca però, portata avanti fino a tarda sera, non ha dato frutti. Dello spacciatore nessuna traccia. In quel tratto, la riva del Reno è ricoperta di canneti che ostruiscono la visuale. L’uomo potrebbe insomma essere riuscito a salvarsi, ma al momento di lui non si sa nulla.

Non è la prima volta che, per sfuggire alla polizia, un pusher si getta nel fiume: nel 2008, Ait Alì Lachen fu salvato dall’annegamento da un agente della Squadra mobile, Pier Paolo Andreola. Il poliziotto si buttò nel fiume e tirò fuori dall’acqua il marocchino. E poi lo arrestò. «Mi ha salvato lui. Meglio dentro che morto», commentò durante l’udienza di convalida lo spacciatore.