Bologna, 4 marzo 2011 - Chilometro zero, impresa sostenibile, fonti alternative. Mai come adesso, in tempi di riconversione globale dei modelli di sviluppo, tutto quello che è verde, dal cibo biologico, alle pale eoliche è molto di moda. Un oceano di sigle che condividono le più rigorose teorie scientifiche e il gusto per la spettacolarizzazione, la cultura pop e l’accademia. Una ricchezza che il Green Social Festival, giunto alla sua seconda edizione (titolo Città dell’altro mondo), prova a rappresentare, mescolando accattivanti eventi dal vivo e approfondimenti, secondo una tecnica che ha fatto il successo di molti festival in Italia, da quello della filosofia a quello della creatività.

Dal 9 al 12 il centro storico della città si trasformerà in un vivacissimo laboratorio aperto a tutti, dove potremo sperimentare il nostro livello di conoscenza delle tematiche ambientali, incontrando i massimi guru del settore. Oppure partecipando a informali riunioni in Piazza Maggiore sotto la Yurta, la tenda mongola di Syusy Blady, l’abitazione ‘verde’ per eccellenza, leggera, naturale, ripiegabile, dove, seduti in cerchio, secondo le usanze delle tribù nomadi, avremo l’occasione di discutere di paesaggistica e di giardini terapeutici, partendo dal progetto che la presentatrice ha avviato sui primi colli bolognesi con l’Orto dei giusti, un appezzamento di terreno dal quale, auspica l’ideatrice, potrebbe ripartire una nuova sensibiltà ecologica, avvicinando i ‘cittadini’ alle gioie della campagna. Sfileranno, nella tenda, anche docenti universitari come Stefano Bonaga che il 10 parlerà di land art, quelle forme di espressione artistica che hanno fatto della terra, delle pietre, del verde la propria tavolozza.

Serrato anche il programma di spettacoli -lezioni, con cantanti e attori che mettono la propria retorica al servizio del vivere sostenibile. Nel Salone del Podestà, mercoledì 9 alle 10 il comico Diego Parassole indagherà sulla coscienza ecologica degli italiani, il giorno dopo alle 11.30 Neri Marcoré terrà una conversazione su Il mondo in cui viviamo, incentrato sulla convinzione che solo i linguaggi della cultura siano l’unico strumento possibile per diventare protagonisti delle trasformazioni sociali, mentre l’11 alla stessa ora, Enrico Bertolino parlerà agli studenti delle maniere più efficaci per comunicare il concetto di solidarietà.

E siccome una vita ‘verde’ deve iniziare da un ripensamento sugli stili di vita, tra cui l’abitudine a spostamenti inquinanti, venerdì 11, nello stesso luogo, alle 18, il gruppo pop dei Tetes de Bois metterà in scena Goodbike, un concerto che gravita intorno alla mitologia quotidiana della bicicletta e con cui nel 2010 hanno vinto il premio Tenco. Insomma, il piccolo ‘distretto’ dei saperi sostenibili, che occuperà il centro e del quale il nostro giornale è media partner, si propone come un catalogo da sfogliare ‘dal vivo’, un po’ come i parchi tematici così in voga all’estero, dove s’impara come vivere a ‘impatto zero’. Approfittando della presenza di studiosi, come Massimo Montanari, docente di storia dell’alimentazione dell’Università che a Palazzo Re Enzo condurrà l’incontro di mercoledì 9 alle 15 sui Menù anticrisi, e visitando le tante mostre.

Come quella ospitata dall’Urban Center in Sala Borsa, Primerias Estorias, un omaggio alla lucida visionarietà di Oscar Niemeyer, l’architetto che ha ‘inventato’, facendola spuntare dal cuore della foresta amazzonica, la città di Brasília, certo la più famosa ‘città dell’altro mondo’, evocata dal titolo di questa edizione del Festival. Gran finale nell’Orto dei Giusti (Via dei Colli 54), con un Green pic nic per caso. Padrona di casa, naturalmente, Syusy Blady. Tutto il programma su www.greensocialfestival.it