Bologna, 16 marzo 2012 - L’IMMAGINE, e le sue dichiarazioni, non lasciano spazio a dubbi. Clara Moroni, cantante e vocalist di Vasco Rossi sin dall’album Gli spari sopra del 1993, ha scelto, per lanciare il suo nuovo singolo e video, Bambina Brava, di farsi ritrarre nuda, coprendo le parti intime con la copertina di un vecchio 45 giri della rockstar.

 

Slogan coniato, ‘Mi spoglio da Vasco’. Una foto, la sua, che ricorda uno scatto di un fotografo molto famoso, accompagnata da una frase decisamente a effetto. Sì, la foto è una chiara citazione di uno scatto celebre di Helmut Newton. «Il desiderio di mettermi a nudo — spiega lei — è il riflesso di una necessità di cambiare, di mutare pelle, che in questo periodo, sia io che Vasco avvertiamo. Volevo, con questa affermazione, esprimere tutta la mia vicinanza a un musicista con il quale lavoro da tanti anni. E’ una classica foto rock, sprigiona energia, voglia di vivere, che sono gli elementi che sento di avere in comune con Vasco e che ho provato a mettere nelle liriche di ‘Bambina Brava’».

 

Cosa pensa, adesso che lo scatto è stato diffuso, della foto?
«Sono molto soddisfatta, l’intenzione era usare il mio corpo per raccontare la mia vita e la mia arte, e per farlo mi è sembrata perfetta la scelta della copertina del 45 giri che compare nella foto. E’ un vecchio disco, dove Vasco è ritratto con un occhio nero, con il volto di chi, nella sua esistenza, ha preso tanti pugni, ma non si è mai arreso. Vasco è un combattente e spogliandomi da lui rendo omaggio a questa forza incredibile, alla voglia di riscattarsi, sempre, e di rimettersi in piedi. Ed è cosi che io mi sento oggi, come una persona che, attraverso la musica, combatte la sua battaglia per affermarsi. E’ come se, attraverso questa foto, abbia voluto dire che io e Vasco, oltre che condividere in tante occasioni il palco, siamo anche compagni nella sofferenza».
Per entrambi un momento di cambiamenti.
«Sì, e non solo per me e Vasco, le trasformazioni alle quali assistiamo sono epocali e, come sempre avviene, la sensibilità dell’artista serve a interpretarle e a offrirle poi al pubblico».
Nei suoi lavori solisti, e in questo disco, in particolare, quanta influenza di Vasco Rossi c’è?
«Molta, avere la fortuna di lavorare con Vasco mi ha dato la possibilità di capirlo, di studiare il ‘fenomeno’ e di usare quello che osservavo anche per il mio lavoro come solista. Da lui ho imparato soprattutto che, nello scrivere una canzone, bisogna evitare ogni orpello, e andare direttamente al cuore, al ‘messaggio’, senza girarci intorno. Come fa lui, che riesce a esprimere quello che pensa in maniera semplice e diretta, ma anche molto profonda. Lui crea con la ‘pancia’ e questo gli permette, sempre di essere autentico. Credo che il motivo vero del suo successo sia questo. Mi ha insegnato anche a ‘interpretare’ i propri testi, che devono essere il riflesso di quello che viviamo, come se fossero una continua autobiografia».
Come si lavora al suo fianco, è un personaggio difficile?
«Lo conosco, e collaboro con lui dal 1993, è innamorato del suo lavoro, riesce a trascinare tutti, a creare un ambiente di forte collaborazione. Una dimensione talmente ideale da farmi rimandare, per anni, la realizzazione del mio disco. Mi sentivo appagata, mi bastava poter cantare con lui. Poi, adesso, è arrivato il bisogno di ‘spogliarmi da lui’ e di intraprendere una carriera solista». 
 

 

di Pierfrancesco Pacoda